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RAGAAAA
Ho il grande sospetto che questo film sia addirittura migliore di Call me by your name. Spero di vederlo presto.
Loved it.
Non me lo aspettavo. Pensavo pure di averci caricato fin troppe aspettative. Invece mi è piaciuta da impazzire. Forse avrei voluto un episodio in più tra sesto e settimo.
Il quarto è meraviglioso. Pare di vedere Hannibal ad un certo punto.
Nell'immensa magione degli Hardcastle, qualcuno verrà ucciso. Dallo svelamento dell'identità dell'assassino dipendono le sorti del narratore dell'intera vicenda, incastrato in un loop dal quale sembra impossibile uscire. Egli è chiamato a rivivere la stessa giornata in corpi diversi dal proprio fino a che non sarà venuto a capo dei misteri custoditi dall'infernale Blackheath.
Dirvi di più vorrebbe dire rovinare un'esperienza di lettura ricca di prelibatezze e di piacere inatteso ed inaspettato.
Un prisma dalle molteplici facce. Un teatro della decadenza umana, scandagliata ed esposta fin nelle sue più profonde viscere e da più punti di vista diversi; un rompicapo a cui lettori e lettrici sono chiamati a partecipare, invogliati naturalmente dall'opera a prendere matita e blocco degli appunti per annotarsi personaggi, aneddoti e indizi; un'avventura capace di prendere spunti da una moltitudine di elementi diversi (l'ambientazione di un classico giallo; i loop temporali; la distopia) per rielaborarli in una maniera convincente in un intreccio funzionante.
Ogni domanda avrà una risposta soprattutto se il libro riuscirà a catturare la vostra attenzione. Verrebbe voglia di paragonarlo, da giocatrice, ad un escape room in grado di stimolare la memoria e lo spirito di osservazione di chi legge. Uno dei pregi più grandi del libro è la ricchezza ed eleganza della scrittura, essenziale per far superare a chi legge confusione e smarrimenti iniziali e in grado di donare personaggi e ambientazioni a tutto tondo.
😮 Sono fuggita da Blackheath e dalla sua marcia bellezza ieri sera e, tuttavia, non sento di essermi allontanata abbastanza da questa 'residenza del male' e dalla fitta foresta che la circonda. Avverto ancora il suo richiamo sinistro.
"Si può dire che il peccato è un'amarezza, cioè quando qualcosa che ci piace cade per terra e si rompe?"
La vita bugiarda degli adulti, pubblicato da @edizioni_eo a novembre 2019 come un fulmine a ciel sereno, è l'ultima opera di narrativa di una delle più importanti narratrici contemporanee. Un'autrice in grado di tenere sul filo del rasoio chi legge manco stesse raccontando un thriller al cardiopalma.
È la storia, narrata in prima persona e a ritroso nel tempo, di Giovanna, 13enne partenopea, e del suo addio all'età infantile fatta di amore verso chi la circonda, familiari e amichette. Dal pronunciamento di una frase del proprio padre si aprirà una serie di reazioni a catena che la porteranno sia a fare luce su ogni zona d'ombra della propria famiglia che ad aprirsi verso le mille sfumature della città in cui vive, Napoli.
Io sono convinta che dobbiate sapere il meno possibile approcciandovi sia alla serie tv che, specialmente, al romanzo di Elena Ferrante. Non è tanto cosa si nasconde nelle sue pagine a spiegare la passione verso questa autrice, quanto la sua incredibile prosa e la sua capacità di dare un ritmo irresistibile al racconto del quotidiano. Lei racconta l'amarezza feroce e la gioia violenta di molteplici vite, di figure che chiunque di noi potrebbe incontrare lungo il corso della sua vita e il lettore è avvinghiato alle pagine come se stesse seguendo la complessa trama di un romanzo fantasy o noir.
Anche qui, l'abbandono di Giannì ad un'età e a delle figure idealizzate viene raccontato con dovizia di particolari, passaggi che riescono ad inquietare e a turbare e altri che emanano una bellezza irresistibile (soprattutto quando andremo alla scoperta di quelle radici familiari di cui qualcuno ha voluto dimenticarsi).
1899 (2022)
'Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott’anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l’anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. Detesto lavarmi, e i cani, e il rumore. Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l’Amanita phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti.'
Assieme alla scoperta della penna straordinaria di Annie Ernaux, Abbiamo sempre vissuto nel castello è la lettura che più ho amato in un anno di avventure intense su carta.
Sapevo già di essere al cospetto di uno dei due romanzi più importanti di Shirley Jackson, autrice estremamente cara sia a Stephen King che a chiunque adori un genere in particolare.
Constatare di persona, tuttavia, la potenza e la forza della scrittura della maestra del gotico contemporaneo è stato tutto un altro paio di maniche. La voce di Mary Blackwood, selvatica e ribelle, attira chi legge come se fosse una falena nella maestosa tenuta dei Blackwood regalandogli smarrimento, confusione e brividi di piacere lungo la lettura.
Spesso l'orrore, quando sgorga dalla più banale quotidianità, si attorciglia al cuore di chi legge per non abbandonarlo mai più inquietando molto di più di una pozza di sangue sul pavimento.
Magnified, sanctified Be the holy name Vilified, crucified In the human frame A million candles burning For the help that never came You want it darker
Dal 22 dicembre al cinema
Quando una mandria di stronzi incontra un professore armato di frusta e cappello, alla mandria di stronzi si può già fare ciao ciao.
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"The way of water has no beginning and no end. Our hearts beat in the womb of the world. The sea is your home, before your birth and after your death. The sea gives and the sea takes. Water connects all things: life to death, darkness to light."—Tsireya