She/her I entertain myself with stories and making gifs.
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Le mie persone preferite (tennista e attore) e ventordicimila gradi di separazione 🫀
È stata un' estate incredibile. L' oro delle ragazze del volley in chiusura di Olimpiadi, il tennis italiano che porta a casa due medaglie, la nostra squad di atletica leggera, Leclerc che vince a Monza, Jannik che è diventato Re mentre si consumava un dramma nel suo team...
Quella foto reliquia risale a cinque anni fa'. Jan non aveva ancora 20 anni e sarebbe ora di aggiornarla (perché entrambi si sentono e conoscono). Il gemellaggio tra Sinneristə e Leclerchistə è uno dei più spontanei nati negli ultimi anni e sono onorata di farne parte.
Sia Nicholas, spuntato letteralmente dal nulla nella mia vita, che Jannik mi hanno restituito la serenità nell' ultimo anno (il tennis è la luce della mia vita). Lo sport, per quanto mi riguarda, può cose che il cinema non può più. Farti venire voglia di presente e futuro (sebbene questo sia legato a troppe incognite). Mentre il cinema, salvo rarissime eccezioni, spinge sul fattore nostalgia fin quasi alla nausea. Quasi mi dispiace che Nicholas lo ami così tanto. Ad ognuno il suo, si dice.
Perlomeno mi hanno riesumato la mia saga preferita (Alien) . Ergo, c'è qualcosina anche per me.
P.s.: lui, un fenomeno.
Partita talmente importante in arrivo che cerco di tranquillizzarmi girando su Tumblr
"It started through sending messages to each other when we were having bad or good moments and then it was a real good thing we played doubles in Montreal. I loved being on the court with him. It was strange being on the court with someone that good. We played great doubles. Hopefully, I get to play with him again."
“But as a person, he is incredibly kind, genuine, and funny – that’s more important than being a great player but he is also an unbelievable player and great for the sport too.” Jack Draper on his relationship with Jannik Sinner, US Open 2024 Press Conference Source (X) THEY SEND EACH OTHER MESSAGES? HELLO?
Si e molto più bello dell' altro più famoso. Ma non siete prontə per questa conversazione
one of my favorite movies!! i really recommend it
Infatti, immagina come posso esser messa io che li amo entrambi e mi sono accorta che avrei voluto due stagioni e un film
E mi guarderò il prequel di Outlander apposta per lui.
By the way! I forget to yell about how much I adored Tony Curran in Mary & George. Everyone kept banging on about Nicholas this, Nicholas that— but let me tell you, no one wants to hear about how badly I wanted that old Scottish man, hehehe… (it’s probably the hair, the accent, and the confidence… but mostly that fuckass curl)
I knew it from Nicholas's chuckle. Sometimes I still think this show was just a feverish dream.
WAIT HOLD UP
You’re telling me this scene, one of my absolute favorites of the entire series, was improvised?!?! 😭😭😭
I know it’s probably just referring to the beginning part (“I’m not aroused.” “You’re always aroused.”) and not necessarily the deeper conversation about the Raleigh situation and how to achieve peace with Spain, but STILL. That scene is so tender and beautiful, but also is hugely important because the fallout from the decision has devastating consequences for both James and George. It’s just a wonderful moment in the series and I love knowing that part of that is just down to Nick and Tony’s instincts as actors and how to play off each other in the moment. 🥹
🖤 Poi io sono abituata a coppie che, per un motivo o per l'altro, possono anche scoppiare da talmente fanno scintille (perché o sono vampiri, ammazza vampiri, streghe, cannibali, i Targaryen: non s'hanno da fare eppure 😉).
Quindi vi lascio solo immaginare quanto mi siano piaciuti loro due sebbene una mezza lamentela sull'ultimo episodio vorrei farla ma non scrivono serie TV per farmi un favore e quindi... Evito. Lo digerirò.
🖤
𝐠𝐞𝐨𝐫𝐠𝐞 𝐯𝐢𝐥𝐥𝐢𝐞𝐫𝐬 𝐢𝐧 𝐞𝐯𝐞𝐫𝐲 𝐞𝐩𝐢𝐬𝐨𝐝𝐞: 𝐟𝐨𝐮𝐫 - 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐨𝐥𝐟 & 𝐭𝐡𝐞 𝐥𝐚𝐦𝐛
I'm a fan since Vincent and The Doctor. He's the best.
Tony Curran has:
said he would gladly do Nick
bragged that he has actually done it
complimented his lips
said he was touching his ass at the red carpet
complimented said ass
has now called Nick his dear sweet wife and child
Loved it.
Non me lo aspettavo. Pensavo pure di averci caricato fin troppe aspettative. Invece mi è piaciuta da impazzire. Forse avrei voluto un episodio in più tra sesto e settimo.
Il quarto è meraviglioso. Pare di vedere Hannibal ad un certo punto.
Uh quella non l' ho vista, cara. L' importante è che l' abbia capito sul set 😏
La risposta di Nicholas alla domanda delle domande. - 7 giorni
Nell'immensa magione degli Hardcastle, qualcuno verrà ucciso. Dallo svelamento dell'identità dell'assassino dipendono le sorti del narratore dell'intera vicenda, incastrato in un loop dal quale sembra impossibile uscire. Egli è chiamato a rivivere la stessa giornata in corpi diversi dal proprio fino a che non sarà venuto a capo dei misteri custoditi dall'infernale Blackheath.
Dirvi di più vorrebbe dire rovinare un'esperienza di lettura ricca di prelibatezze e di piacere inatteso ed inaspettato.
Un prisma dalle molteplici facce. Un teatro della decadenza umana, scandagliata ed esposta fin nelle sue più profonde viscere e da più punti di vista diversi; un rompicapo a cui lettori e lettrici sono chiamati a partecipare, invogliati naturalmente dall'opera a prendere matita e blocco degli appunti per annotarsi personaggi, aneddoti e indizi; un'avventura capace di prendere spunti da una moltitudine di elementi diversi (l'ambientazione di un classico giallo; i loop temporali; la distopia) per rielaborarli in una maniera convincente in un intreccio funzionante.
Ogni domanda avrà una risposta soprattutto se il libro riuscirà a catturare la vostra attenzione. Verrebbe voglia di paragonarlo, da giocatrice, ad un escape room in grado di stimolare la memoria e lo spirito di osservazione di chi legge. Uno dei pregi più grandi del libro è la ricchezza ed eleganza della scrittura, essenziale per far superare a chi legge confusione e smarrimenti iniziali e in grado di donare personaggi e ambientazioni a tutto tondo.
😮 Sono fuggita da Blackheath e dalla sua marcia bellezza ieri sera e, tuttavia, non sento di essermi allontanata abbastanza da questa 'residenza del male' e dalla fitta foresta che la circonda. Avverto ancora il suo richiamo sinistro.
"You keep her alive... and you set everything right."
"I Think It's Nice That We Share The Same Sky."
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“Dove eravamo rimasti? Quanto tempo è passato? Chi sperava che saremmo migliorati ovviamente si sbagliava. Si continua piuttosto a vivere, con la ferocia di sempre e musica nuova. Questa canzone si chiama “Contro il mondo”: è una storiella, un film, una parabola, un grido, basso-rullante-chitarra elettrica, gomma da masticare. Il nostro ritorno al criticismo e al rock and roll. Maneggiate con cura.”
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"Don't worry Cady. I won't let anything harm you. Ever again."
"Si può dire che il peccato è un'amarezza, cioè quando qualcosa che ci piace cade per terra e si rompe?"
La vita bugiarda degli adulti, pubblicato da @edizioni_eo a novembre 2019 come un fulmine a ciel sereno, è l'ultima opera di narrativa di una delle più importanti narratrici contemporanee. Un'autrice in grado di tenere sul filo del rasoio chi legge manco stesse raccontando un thriller al cardiopalma.
È la storia, narrata in prima persona e a ritroso nel tempo, di Giovanna, 13enne partenopea, e del suo addio all'età infantile fatta di amore verso chi la circonda, familiari e amichette. Dal pronunciamento di una frase del proprio padre si aprirà una serie di reazioni a catena che la porteranno sia a fare luce su ogni zona d'ombra della propria famiglia che ad aprirsi verso le mille sfumature della città in cui vive, Napoli.
Io sono convinta che dobbiate sapere il meno possibile approcciandovi sia alla serie tv che, specialmente, al romanzo di Elena Ferrante. Non è tanto cosa si nasconde nelle sue pagine a spiegare la passione verso questa autrice, quanto la sua incredibile prosa e la sua capacità di dare un ritmo irresistibile al racconto del quotidiano. Lei racconta l'amarezza feroce e la gioia violenta di molteplici vite, di figure che chiunque di noi potrebbe incontrare lungo il corso della sua vita e il lettore è avvinghiato alle pagine come se stesse seguendo la complessa trama di un romanzo fantasy o noir.
Anche qui, l'abbandono di Giannì ad un'età e a delle figure idealizzate viene raccontato con dovizia di particolari, passaggi che riescono ad inquietare e a turbare e altri che emanano una bellezza irresistibile (soprattutto quando andremo alla scoperta di quelle radici familiari di cui qualcuno ha voluto dimenticarsi).
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"My dear friends, my beautiful disruptors, my closest inner circle. We could all use a moment of normalcy. And so you are cordially invited for a long weekend on my private island, where we will celebrate the bonds that connect us. And I hope your puzzle-solving skills are whetted, because you will also be competing to solve the mystery of my murder. Travel details to come, please forward any dietary restrictions. Love and all my kisses, Miles."
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"The way of water has no beginning and no end. Our hearts beat in the womb of the world. The sea is your home, before your birth and after your death. The sea gives and the sea takes. Water connects all things: life to death, darkness to light."—Tsireya
'Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott’anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l’anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. Detesto lavarmi, e i cani, e il rumore. Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l’Amanita phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti.'
Assieme alla scoperta della penna straordinaria di Annie Ernaux, Abbiamo sempre vissuto nel castello è la lettura che più ho amato in un anno di avventure intense su carta.
Sapevo già di essere al cospetto di uno dei due romanzi più importanti di Shirley Jackson, autrice estremamente cara sia a Stephen King che a chiunque adori un genere in particolare.
Constatare di persona, tuttavia, la potenza e la forza della scrittura della maestra del gotico contemporaneo è stato tutto un altro paio di maniche. La voce di Mary Blackwood, selvatica e ribelle, attira chi legge come se fosse una falena nella maestosa tenuta dei Blackwood regalandogli smarrimento, confusione e brividi di piacere lungo la lettura.
Spesso l'orrore, quando sgorga dalla più banale quotidianità, si attorciglia al cuore di chi legge per non abbandonarlo mai più inquietando molto di più di una pozza di sangue sul pavimento.
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"From my many wanderings on this Earth, I had so much to say about imperfect fathers and imperfect sons. And about loss and love. I've learned that there are old spirits who rarely involve themselves in the human world, but on occasion, they do. I want to tell you a story. It's a story you may think you know, but you don't. A story of the wooden boy."— Sebastian J. Cricket
'Una gallina sana brilla. Le piume appartengono alla categoria degli elementi luminosi in natura.'
Come fa un soggetto così minuto e, all'apparenza, banale come il racconto di una persona che decide di allevare animali guadagnarsi così tanto l'attenzione della critica e di chi è appassionato di letteratura? Vi basti pensare che la trama, riassunta sul retro della copertina, raggiunge a malapena una riga: "Quattro galline: la vita, nient'altro che la vita". Eppure gli elogi da parte di autrici e autori importanti - da Giulia Caminito a Chiara Valerio - si sprecano.
Lo sguardo di Jackie Polzin, al suo primo romanzo, è dotato di estrema ma misurata empatia, un'attenzione scrupolosa per ogni piccolo dettaglio e la capacità di far girare le pagine degna di chi sta narrando un thriller al cardiopalma o un'avventura incalzante. Uno sguardo similare a quello della sua protagonista, una donna sposata e in età matura come tante, con il desiderio di dedicare parte della propria vita ad accudire quattro volatili.
Durante la lettura scopriremo le caratteristiche di ognuna di loro (ovviamente, la vivacissima Testanera è diventata la mia preferita) ma anche e soprattutto delle persone che l'accudiscono e degli amici che fanno loro visita. Ed è nelle pieghe di una quotidianità apparente, fatta perfino di incauti errori (tipici di chiunque adotti per la prima volta un animale), che il romanzo svela la sua raison d'etre.
Con una scrittura capace di non indugiare mai nel dolore fine a se stesso, sebbene semplice e diretta, Polzin ci regala leggerezza, attimi di tenerezza e momenti di quieta riflessione.
"La vita non è altro che lo sforzo continuo di vivere. Certe persone lo fanno sembrare facile. Le galline no. Muoiono all'improvviso e senza una ragione."
Rimango sempre stupita da chi riesce a condensare così tanto in un spazio così contenuto come un piccolo pollaio nel Minnesota.
Ho il grande sospetto che questo film sia addirittura migliore di Call me by your name. Spero di vederlo presto.