"You keep her alive... and you set everything right."
"Si può dire che il peccato è un'amarezza, cioè quando qualcosa che ci piace cade per terra e si rompe?"
La vita bugiarda degli adulti, pubblicato da @edizioni_eo a novembre 2019 come un fulmine a ciel sereno, è l'ultima opera di narrativa di una delle più importanti narratrici contemporanee. Un'autrice in grado di tenere sul filo del rasoio chi legge manco stesse raccontando un thriller al cardiopalma.
È la storia, narrata in prima persona e a ritroso nel tempo, di Giovanna, 13enne partenopea, e del suo addio all'età infantile fatta di amore verso chi la circonda, familiari e amichette. Dal pronunciamento di una frase del proprio padre si aprirà una serie di reazioni a catena che la porteranno sia a fare luce su ogni zona d'ombra della propria famiglia che ad aprirsi verso le mille sfumature della città in cui vive, Napoli.
Io sono convinta che dobbiate sapere il meno possibile approcciandovi sia alla serie tv che, specialmente, al romanzo di Elena Ferrante. Non è tanto cosa si nasconde nelle sue pagine a spiegare la passione verso questa autrice, quanto la sua incredibile prosa e la sua capacità di dare un ritmo irresistibile al racconto del quotidiano. Lei racconta l'amarezza feroce e la gioia violenta di molteplici vite, di figure che chiunque di noi potrebbe incontrare lungo il corso della sua vita e il lettore è avvinghiato alle pagine come se stesse seguendo la complessa trama di un romanzo fantasy o noir.
Anche qui, l'abbandono di Giannì ad un'età e a delle figure idealizzate viene raccontato con dovizia di particolari, passaggi che riescono ad inquietare e a turbare e altri che emanano una bellezza irresistibile (soprattutto quando andremo alla scoperta di quelle radici familiari di cui qualcuno ha voluto dimenticarsi).
"Puoi usare una spada come un bastone da passeggio, tuttavia ciò non cambia la sua natura."
Or bene, sono giunta anche io alla fine di uno dei libri più amati dalla community di lettori e lettrici. Dalla meravigliosa penna di Madeline Miller, da me scoperta quest'anno grazie alla lettura dello stupendo Circe, giunge un racconto classico e, allo stesso tempo, contemporaneo per chi è appassionato di mitologia (e non).
La Canzone di Achille, pubblicato in Italia ben nove anni fa da Marsilio Editori, viene raccontata dal punto di vista di Patroclo, narratore in prima persona della sua storia e quella dell'amato Achille, dall'adolescenza fino alle potenti pagine riguardanti la Guerra di Troia.
L'amore che nasce e cresce tra i due, assoluto e travolgente, è il fulcro della storia. Infatti, oltre ad essere un Tardis in grado di trasportarci in un mondo dal sapore antico, il romanzo di debutto di Miller è la fotografia moderna (abbiate pietà per gli occhi di Patroclo 😂 le descrizioni della perfezione di Achille compaiono ovunque. Tant'è che, ad un certo punto, vorresti prenderlo e dirgli 'si, grazie caro. Ho capito!'), umanizzata e, forse, più vicina a noi de "Il migliore dei greci". Per un lettore o una lettrice giovani, può essere un portale assolutamente congeniale per unire lo studio al puro intrattenimento.
Sia Patroclo che la stessa Circe (si capisce quanto Circe mi sia piaciuto, visto che continuo a nominarlo? Oddio, assomiglio sempre più a Patroclo ) si fanno perno in modo che l'autrice possa affrontare tutte le tematiche che le stanno più a cuore. Le tratta con una facilità di scrittura, un tono deciso e una delicatezza in grado di avvolgere completamente il lettore o la lettrice.
Se siete di animo romantico e molto giovani, potreste emozionarvi anche molto.
(via GIPHY)
"My dear friends, my beautiful disruptors, my closest inner circle. We could all use a moment of normalcy. And so you are cordially invited for a long weekend on my private island, where we will celebrate the bonds that connect us. And I hope your puzzle-solving skills are whetted, because you will also be competing to solve the mystery of my murder. Travel details to come, please forward any dietary restrictions. Love and all my kisses, Miles."
Nell'immensa magione degli Hardcastle, qualcuno verrà ucciso. Dallo svelamento dell'identità dell'assassino dipendono le sorti del narratore dell'intera vicenda, incastrato in un loop dal quale sembra impossibile uscire. Egli è chiamato a rivivere la stessa giornata in corpi diversi dal proprio fino a che non sarà venuto a capo dei misteri custoditi dall'infernale Blackheath.
Dirvi di più vorrebbe dire rovinare un'esperienza di lettura ricca di prelibatezze e di piacere inatteso ed inaspettato.
Un prisma dalle molteplici facce. Un teatro della decadenza umana, scandagliata ed esposta fin nelle sue più profonde viscere e da più punti di vista diversi; un rompicapo a cui lettori e lettrici sono chiamati a partecipare, invogliati naturalmente dall'opera a prendere matita e blocco degli appunti per annotarsi personaggi, aneddoti e indizi; un'avventura capace di prendere spunti da una moltitudine di elementi diversi (l'ambientazione di un classico giallo; i loop temporali; la distopia) per rielaborarli in una maniera convincente in un intreccio funzionante.
Ogni domanda avrà una risposta soprattutto se il libro riuscirà a catturare la vostra attenzione. Verrebbe voglia di paragonarlo, da giocatrice, ad un escape room in grado di stimolare la memoria e lo spirito di osservazione di chi legge. Uno dei pregi più grandi del libro è la ricchezza ed eleganza della scrittura, essenziale per far superare a chi legge confusione e smarrimenti iniziali e in grado di donare personaggi e ambientazioni a tutto tondo.
😮 Sono fuggita da Blackheath e dalla sua marcia bellezza ieri sera e, tuttavia, non sento di essermi allontanata abbastanza da questa 'residenza del male' e dalla fitta foresta che la circonda. Avverto ancora il suo richiamo sinistro.
Dal 22 dicembre al cinema