Nessuno:
Proprio nessuno:
Perennemente io:
"Un antropologo può realmente creare una situazione controllata in cui provocare la sua «natura», cioè la gente che studia, per analizzare le risposte? (Piasere, L'etnografo imperfetto. Esperienza e cognizione in antropologia)".
[Ultimamente sto rileggendo la mia infanzia come una memorialistica. Nell’isolare gli eventi, le persone, i luoghi, costruisco una narrazione che trova la sue radici nel passato, ma che continua nel presente. Per farvi capire meglio:]
Episodio 1 - Gloria nell'alto dell'Ego
Che vivessi in un contesto di ipocrisia e di singolare moralità mi era chiaro sin dall’inizio. Sono cresciuta in una scuola cattolica o «la scuola delle suore», un ambiente che esprimeva la religiosità soprattutto nelle icone e nelle cappelle disperse per l’intero edificio. Se i bambini della mia età passavano i pomeriggi a guardare i cartoni animati in TV, la suorina che si occupava di me e del resto dei fanciulli ci propinava film e documentari alquanto impegnativi. Per farvi un esempio, lei aveva una morbosa ossessione per formare le nostre piccole coscienze attraverso documentari e film del tipo “Gesù che salvava i lebbrosi”, “Iqbal Masih”, “I bambini che soffrivano in Africa”, “Le favelas” “I pastorelli di Fátima” … Col tempo però mi sono resa conto che in quella suorina risiedevano ambiguità. Urlava, sgridava e castigava i bambini più discoli. Ricordo che una volta, era molto adirata con un bambino e a furia di rincorrerlo le era quasi caduto il soggolo. Questo episodio non è volto a stigmatizzare né la suora, né la confessione a cui appartiene. Ciò mi fa comprendere che anche chi vuol essere agli occhi degli altri “pio” e moralmente virtuoso: deve fare i conti con il suo lato umano.
Questo evento mi spinge a trovare dei collegamenti con il mio presente e a realizzare riflessioni. Oggi assisto ad un costante asservimento alla morale dei giusti ideali che sfociano però in una deresponsabilizzazione delle coscienze. Queste si fanno indottrinare e fagocitano principi e presupposti, ma nella pratica? Insomma tutto è “buono da pensare”, ma difficilmente attuano piena-mente le istanze che si erano promessi di realizzare. Mi chiedo adesso: come entrare e riuscire ad unire, efficace-mente, lo spazio dell’ideale e dell’azione? Come far incontrare due condizioni, quali l’irreale e il reale, che apparente-mente sono in antitesi?
Spiritismi gramsciani
Gli uomini cercano sempre fuori di sé la ragione dei propri fallimenti spirituali; non vogliono convincersi che la causa ne è sempre e solo la loro animuccia, la loro mancanza di carattere e di intelligenza - Antonio Gramsci
All’interno di questo momento storico, dovrebbe importare non tanto la proposta del centro-destra che, come la sinistra italiana, ha un determinato apparato concettuale che ri-attualizza ad ogni campagna elettorale.
Il ragionamento dovrebbe essere impostato evitando di sclerotizzare le evidenti carenze strutturali dell’idea. Il perno del discorso, invece, dovrebbe ruotare intorno ad un quesito: come mai l’essere umano (occidentale) preferisce costruire un discorso a carattere prettamente svalutativo? Perchè non viene messo nella condizione di elaborare scenari di sviluppo funzionali?
Mh, stamani dubbi arcaici: peculiarità innate o processi autoindotti?
perché nonostante l'avanzata dei tempi, della tecnologia, delle idee: pensiamo ancora il mondo per stigmatizzazioni?
Per i contadini, lo Stato è più lontano del cielo, e più maligno, perché sta sempre dall'altra parte. Non importa quali siano le sue formule politiche, la sua struttura, i suoi programmi. I contadini non li capiscono, perché è un altro linguaggio dal loro, e non c'è davvero nessuna ragione perché li vogliano capire. La sola possibile difesa, contro lo Stato e contro la propaganda, è la rassegnazione, la stessa cupa rassegnazione, senza speranza di paradiso, che curva le loro schiene sotto i mali della natura.
Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli
Piero: Buonasera.
Vittoria: Sera.
Piero: Cosa stavi scrivendo?
Vittoria: Traduco un po' di roba dallo spagnolo.
Piero: Ah! E come si dice in spagnolo che vorrei salire da te?
Vittoria: Si dice che non puoi. Brutta lingua lo spagnolo, eh.
Piero: Io non capisco perché dobbiamo perdere il tempo così.
Vittoria: Neanch'io.
L'Eclisse, 1962, Michelangelo Antonioni
Bisogna cercare di inventare nuove tecniche – che siano irriconoscibili – che non assomiglino a nessuna operazione precedente. Per evitare così la puerilità e il ridicolo. Costruirsi un mondo proprio, con cui non siano possibili confronti. Per cui non esistano precedenti misure di giudizio. Le misure devono essere nuove, come la tecnica.
Teorema, 1968, Pier Paolo Pasolini.
Guarderai il festival di Sanremo quest'anno?
Ciao Anonimo, no.
(secondo te ne vale la pena?)
Affiora nelle menti e negli adesso.
Ricorda per cosa lo stai facendo. Per alimentare un sistema socio-economico capitalista che inocula ideologie di progresso, benessere e riuscita sociale. Cresci con l'idea della tua ascesa sociale e personale. Realizzi adesso che stai vivendo solo uno dei tanti modi possibili per fabbricare e disciplinare la tua identità. Per cui sei il nulla. nulla. nulla.
Mi chiedo ora: cosa succederebbe se tu provassi a distaccarti, per una volta, dalla tua persona? Continueresti ancora a pensarla così?