|lo sguardo di un'aspirante antropologa sul mondo|
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Come mai si dà così importanza al sapere che percezione ha un essere umano di un altro essere umano? Come mai è così importante plasmare e continuare a manipolare l’altro per capire cosa egli pensa dell’altro?
Se si chiedesse di spiegarne il perché sinceramente, ricevereste in cambio un niente
[Scena I]
Oggi Venice è ritornata nella city.
Era da circa un anno che si erano perse le sue tracce.
[Scena II]
Venice incontra Billie, mentre percorre la 107.
Per un lungo istante i loro sguardi si incrociano.
[Scena III]
Billie inizia a sentire una morsa allo stomaco. Lei continua ad osservarlo.
Venice si avvicina sempre di più.
[BLACKOUT]
[Scena IV]
Billie osserva Venice in lontananza.
Lui adesso non è più triste. Non è più triste.
Da lì a poco Venice sarà solo un ricordo.
]~[
La costituzione dell'intero avviene, inevitabil-mente, dalla ri-costituzione del complesso emotivo.
[○]
In questo corpo che è affetto dall’amore, dall’ira, dalla cupidigia, dalla paura, dalla pigrizia, dalla gelosia, dalla separazione da ciò che si ama, dall’unione con ciò che non si ama, dalla fame, dalla sete, dalla vecchiaia, dalla morte, dalla malattia, dalle afflizioni: come si potrebbe trarre piacere?
...Ep(pure)...
[irrita-menti]
Questo post nasce dall’insorgenza di un problema, però poi questo si tramuta in una riflessione sulla natura stessa del mettere in problema la realtà.
Per distrarmi da una psicosi di natura esistenziale-culturale, ho pensato ad un assunto assai frequente nel mio contesto sociale: il mondo è una matassa, un ammasso di problemi. Questi si devono sbrogliare attraverso la razionalità illuminista.
Se mi fermo a pensare con la strumentazione d’indagine antropologica: non esiste nulla. Cerco di spiegarmi meglio.
Ad esempio, se mi fa male la gola è perché “ho la faringite”, «un’infiammazione della mucosa della faringe, provocata da cause varie tra cui principalmente il freddo, che si manifesta in forme acute o blablablablabla (Fonte: Treccani)». La scienza ci ha fornito questo approccio fondamentale per spiegare la realtà.
Notate il continuo collegamento con la dimensione sociale?
C’è una continua ricerca della spiegazione dell’origine, un meccanismo di attribuzione di senso. Il mondo viene vissuto e continuamente interpretato. I problemi esistono perché c’è un perenne processo di classificazione del reale.
Allo stato attuale è difficile rintracciare una condizione zero: i problemi non esistono ma ce li “inventiamo”, «costruiamo i nostri mondi, in un modo o nell’altro (Piasere 2002)».
E la cosa più scandalosa risulta essere la loro nominazione e categorizzazione. Per cui le esistenze si ritrovano immerse in un circolo vizioso. Si appropriano ed usano terminologie volte a nominare e controllare i problemi.
Vorrei adesso chiedermi: come mai si è impostato un intero sistema che fornisce chiavi di interpretazioni per categorizzare ciò che – apparentemente - non va? Cosa si cela dietro l'atto di problematizzare le esperienze e le interazioni con il mondo?
oltre|passa-menti ~ \/ ~ che sia chi sei tu
| GG/MM/AA |
chissà mai che in futuro non si riescano a decodificare immediatamente anche i nostri pensieri?
Ho trovato da sempre curioso e affascinate lo studio di tutto ciò che la convenzione sociale ha etichettato nei termini di superstizione, per intenderci gatti neri, astri, lettura dei tarocchi, etc.
Procedendo negli studi universitari ho incontrato che questi temi sono stati il cavallo di battaglia di molti esponenti dell'antropologia accademica (come Evans-Pritchard, se non sai chi è "MALISSIMO", ti sto togliendo la membership dal mio blog 😈).
Ora, prendiamo in considerazione la lettura dei tarocchi. La narrazione generale reprime e ridicolizza questa pratica, però si rintraccia un numero crescente di canali yt e tiktok profiles che si dedicano a produrre contenuti e questi hanno un largo seguito.
A questo punto, sarebbe interessante approfondire i seguenti aspetti:
🔮il/la "cartomante" crea un ipotetico scenario, parlando di "cose umane", donando informazioni; 🔮modella queste in base alle aspettative del ricevente; 🔮nel costruire gli scenari ipotetici (es. amore, successo, soldi), plasma l’emotività delle persone. Questa operazione è un po’ simile al ruolo che hanno le culture, nel creare identità e formare gli individui [mi riferisco al processo di antropopoiesi, la «costruzione dell’identità umana (Remotti)»]; 🔮all'interno di questo scenario la differenza la attua il singolo. In che misura? Ordina le informazioni ricevute collegandole al suo vissuto personale. Non c'è un interesse a cogliere la veridicità delle ipotesi proposte, bensì a trovarne una logica di riscontro, un’analogia con il suo vissuto personale; 🔮Infine, credo che, questa pratica debba essere inquadrata all’interno della continua ricerca di senso degli eventi quotidiani che “succedono” nelle singole esistenze: «gli esseri umani sentono il bisogno di trovare una causa a ciò che succede (Rumiati 2000)». Dato che i singoli non sempre riescono, da sole, a comprendere delegano ad altri la responsabilità di interpretare il corso degli eventi.
Bibliografia
Evans-Pritchard E., 1937, Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande
Rumiati R., 2000, Decidere
[da uno sguardo ampio e generale...
Quando per impostare la tua ricerca quantitativa, devi intercettare gli imprenditori del domani e ti chiedi: "Se fossi un imprenditore che percorso di studio farei?". Giusta-mente per creare quel valore lì, devi solidamente formarti. "In confronto a te, il candido di Voltaire è Arsenio Lupin" concluderai amara-mente.
Ma... Ma? Da un primo lavoro di mappatura, i senior rich-boys, nella maggiorparte dei casi non dispongono di un titolo di studio. E inizi a sclerare. "Dove siete!" urli mental-mente, perchè sai che la telepatia funziona sempre.
Anche se... Anche se!? Anche se, vorresti aprire una ricerca in parallelo, per capire "ti pareva" il motivo della mancata erudizione degli impresari.
... si dettaglierà in seguito]
Spiritismi gramsciani
Gli uomini cercano sempre fuori di sé la ragione dei propri fallimenti spirituali; non vogliono convincersi che la causa ne è sempre e solo la loro animuccia, la loro mancanza di carattere e di intelligenza - Antonio Gramsci
All’interno di questo momento storico, dovrebbe importare non tanto la proposta del centro-destra che, come la sinistra italiana, ha un determinato apparato concettuale che ri-attualizza ad ogni campagna elettorale.
Il ragionamento dovrebbe essere impostato evitando di sclerotizzare le evidenti carenze strutturali dell’idea. Il perno del discorso, invece, dovrebbe ruotare intorno ad un quesito: come mai l’essere umano (occidentale) preferisce costruire un discorso a carattere prettamente svalutativo? Perchè non viene messo nella condizione di elaborare scenari di sviluppo funzionali?
Non lasciare.
Non racchiudere.
Non permettere
a ciò che le circostanze ti mostrarono essere la porcellanza bavosa e meschina di rivelarti il presente e il futuro.
|| Ricorda che la dominazione/estraniazione dall'evento risiede nella sua ripetizione simbolica.
Per noia leggo Il mito dell'interioritá (Jervis). Essendo cresciuta con una visione essenzialmente idealizzata e stereotipata della psicologia: scopro che questo libro decostruisce anni di lezioni e contenuti liofilizzati.
Ora ho 1234567 congetture. Nutro un forte cUlTuRal SHoCk, come quando da baby-girl, durante le lezioni sulla creazione del nostro 💗pianeta💗 non riuscivo a capire chi avesse ragione: i disonauri o la suora?
È ORA DI TIK TOK. BASTA.
Lista de-gli apprendi-menti
life disegn
counseling
from score to stories
mito dell'interiorità
e se l'esperimento fossi TU?
Fig. 1, 2, 3 - Marisol Muro
Lista de-gli apprendi-menti
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mito dell'interiorità
Mi chiedo se sono le risposte a disporsi lungo le traiettorie oppure se sia l'essere umano a ricavarle forza-(ta)mente...
Fig.1 - Casual Polar Bear Looking Through a Window || Fig. 2 Archillect
In Università ti hanno insegnato solo a confrontarti con dati qualitativi..."i DATi qUanTitAvI snaturano. RestItUiScOnO una FinTa OggETtIVItà""
Sapevo però che sarebbe arrivato questo momento, meglio conosciuto come *l'antropologa si converte al lato """oscuro"""*
... e ti saresti incuriosita nel cercare:
Inizi a creare tabelle, grafici, traducendo gli """esseri umani"""' in dati numerici. Tu due minuti dopo:
QUESTA DEFORMAZIONE PROFESSIONALE, sempre in mezzo ai piedi.
Pietro: Non essere scema. Eri sola, è vero, senza soldi, senza lavoro, e ti disperavi, ma a me non facevi pietà. Io non ho mai sentito, guardandoti, nessuna pietà. Ho sempre sentito, guardandoti, una grande allegria. E non ti ho sposato perché mi facevi pietà. Del resto, se uno dovesse sposare tutte le donne che gli fanno pietà, starebbe fresco. Metterebbe su un harem.
Giuliana: Già. Questo è vero. E perché mi hai sposato, se non mi hai sposato per pietà?
Pietro: Ti ho sposato per allegria. Non lo sai, che ti ho sposato per allegria? Ma sì. Lo sai benissimo.
Giuliana: Mi hai sposato perché ti divertivi con me, e invece ti annoiavi con tua madre, tua sorella, e la zia Filippa?
Pietro: Mi annoiavo a morte.
Giuliana: Lo credo, povero Pietro!
Pietro: Adesso sei tu che hai pietà di me?
Giuliana: Però non è che dovevi stare sempre con loro? Andavi in giro, viaggiavi, avevi ragazze?
Pietro: Certo. Viaggiavo, andavo in giro, e avevo ragazze.
Giuliana: Ragazze noiose.
Pietro: Ragazze.
Giuliana: E io? Io perché ti ho sposato?
Pietro: Per i soldi?
Giuliana: Anche per i soldi.
Pietro: Credo che uno si sposa sempre per una ragione sola [...] ed è quella che importa.
Giuliana: Allora io non l’ho ancora ben capita questa ragione, per me.
Pietro: Non mi hai detto: Sposami, sennò chi mi sposa?
Giuliana: Sì, e be’?
Pietro: Be’, non era questa la ragione? Che volevi avere un marito? Comunque fosse? Chiunque?
Giuliana: Chiunque. Sì.
(Ti ho sposato per allegria, 1967)
¿Qué pasa? // Contamin(a)zioni
Ore 08:16. Via indipendenza. Bologna. Mi vedo passare un rider (presubilmente Asia meridionale) è spiccicato Lucio Dalla nella copertina dell'album del '79.
Ore 8:25. Via Irnerio. Sempre Bologna. Sto aspettando il bus e accanto a me c'è un ragazzo, sulla 30ina, azzardo Africa del Nord, è identico ad Antonello Venditti in Le cose della vita '75.
In questo scenario mi chiedo cosa é una differenza culturale? Non è che questa esiste, ancor prima nell'effettivo, a livello astratto? Ha ancora senso parlare di mondi e culture diverse nell'era del contagio culturale agile?
Starò sognando? Mi pizzico il braccio. No.
Osservazioni dissacranti
Ad una vecchia lezione di antropologia del patrimonio una mia prof. esordì: "Vabbè ma tanto è tutta una ricostruzione. Nessuno studioso è veramente originale".
Lì per lì quella frase non ebbe chissà quale presa, oggi invece capisco il senso di quelle parole.
Se fino ad un certo punto sono stata toccata da quella fallacia che un po' chi studia antropologia conosce: sentirsi di appartenere ad una cerchia di studiosi che stanno portando chissà quali teorie e chissà quali sguardi innovativi.
Poi però capisci che in realtà sei semplicemente il prodotto di un sistema di pensiero, di un marketing personalizzato, di un aggregamento di cerchie e "cose" suggerite. In tutto questo puoi comunque trovare due consolazioni:
1. aveva ragione Margareth Mead quando sosteneva "Always remember that you are absolutely unique. Just like everyone else"
2. ciò che farà la differenza sarà il mondo in cui le esistenze incamerano, utilizzano e si servono degli strumenti concettuali e delle risorse che gli offre il loro contesto culturale.
Vabbè, io ferma a Pasolini, Petri e Volonté
Tempo fa mi chiedevo che senso avesse oggi parlare di "musica di nicchia" vs "musica da massa".
Ero su una piattaforma di streaming di musica, famosissima, logo verde e nero, ogni riferimento è puramente casuale.
... Comunque, becco una playlist che è abbastanza simile al tema di una che avevo precedentemente creato. Ciò che mi incuriosisce è questo potere silenzioso che hanno le piattaforme mediali: il meccanismo della riproduzione/associazione simile. L'identità viene riconosciuta per le presunte affinità e incasellata in una cornice. In questo scenario mi chiedo cosa ne resta dell'unicità dell'individuo!?
Un tempo artisti, intellettuali, storici non si sarebbero battuti per la messa in critica di questo ordine?
La rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l’intero paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza.
P.P.P.
AMEN.