Appuntidicampo - Appunti Di Campo

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3 years ago

sbagliando si imparerebbe: così è se vi pare

Continuo a non afferrare come certe forme di umanità, che si dispiegano su questa realtà, si mostrino così poco avezze allo scambio equo di punti di vista e di visioni differenti sulla realtà...................... perché è così deviante accettare e ascoltare forme di pensiero diverso o contrastante?............................................... perché l'emozione dovrà sempre prevalere sulla razionalità?

3 years ago

New word of the day “progressive rock”.

(anche se sinceramente in italiano suona meglio “rock progressivo”).

3 years ago

giustificazioni\farneticazioni\spiegazioni.

Vivere ed essere un (bravo) cittadino in un pueblo trinacriese:

- Da ripetere sempre a se stessi: " É colpa dello stato". / "Ma quale Stato? "/ " ...lo stato!";

- Né a X né a Y né a Z sarà mai mostrata fedeltà;

- Osserva individuo 1, individuo 2, invididuo 3, casualmente sono gentili e premurosi, ma lasciano strani santini autorappresentativi. "Ma che vorranno dire, ah?";

- Guarda un po', sta 'sdilluviando', c'è la tempesta!? Destino è;

- Favori e agevolazioni, certo, ma con le penne degli altri;

- "Civiltá, annegamento dei valori e dei principi", "E che vuoi da me, ah?";

- Il colore da preferire è il bianco, un po' come il nero sta bene su tutto;

- "Immobilitismo, astensionismo, qualunquismo. Figli dello stesso padre sono, padre bastardo, lo so"... "Ma tanto che posso fare?". "Io mani legate ho";

- "Come dicevano 'l'antichi' "? / "Mors tua vita mea";

- "Io rido a pensare queste cose, ma piango".

Esercizio per casa, leggi il passo precedente come se fosse un monologo recitato da "il Dottore" di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto.

3 years ago

12:46 || meglio forze sinistre che serendipità (pliz)

Al liceo avevo affinità con filosofia, ma proseguii i miei studi con antropologia perché ritenevo che mi desse una preparazione di tipo pratico e meno astratto. Ero arrivata a questa considerazione dopo che mi ero documentata (shame on me! Vabbè ero una bimbaminkia e non si era ancora compiuta “l’ascesi”) su Yahoo answer. Rimasi affascinata dal modo in cui l’utente spiegava gli elementi costitutivi dell’antropologia. E così a diciannove anni scelsi quell’ambito di studio, ignara del potenziale di quella scelta.

Guardando ad oggi, sto leggendo un’intervista, sulle traiettorie dell’antropologia culturale in Italia. L’intervistato, noto antropologo italiano, racconta che si è laureato in filosofia… dato che negli anni ‘50 del ‘900 in Italia non era ancora presente una facoltà di antropologia.

Il passo mi ha lasciata piacevolmente scossa, perché ripenso alle me diciannove che guardava all’antropologia come un puzzle. Avete presente quello da 1000 pezzi, dove i tasselli si dispongono alla rinfusa e viene piuttosto complicato assemblarli, ma succede poi qualcosa che li fa unire coerente-mente…

(Boh. Forse gli spiriti e i demoni, quelli delle culture “esotiche” o “extra-occidentali” che cercano di comprendere gli antropologi, iniziano un po’ a condizionare il corso degli eventi della mia esistenza.)


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4 years ago

beninteso

La mia tesi non sarà mai un prodotto ad uso e consumo del capitalismo delle università-azienda. Più che porre l’accento sul raggiungimento delle pagine stabilite, dovrebbero inculcare ai tesisti: sviscera fino a quanto riterrai opportuno.


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2 years ago

| GG/MM/AA |

chissà mai che in futuro non si riescano a decodificare immediatamente anche i nostri pensieri?


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2 years ago

La riflessione che ci si aspetta da una LaUrEatA in antropologia

Ho trovato da sempre curioso e affascinate lo studio di tutto ciò che la convenzione sociale ha etichettato nei termini di superstizione, per intenderci gatti neri, astri, lettura dei tarocchi, etc.

Procedendo negli studi universitari ho incontrato che questi temi sono stati il cavallo di battaglia di molti esponenti dell'antropologia accademica (come Evans-Pritchard, se non sai chi è "MALISSIMO", ti sto togliendo la membership dal mio blog 😈).

Ora, prendiamo in considerazione la lettura dei tarocchi. La narrazione generale reprime e ridicolizza questa pratica, però si rintraccia un numero crescente di canali yt e tiktok profiles che si dedicano a produrre contenuti e questi hanno un largo seguito.

A questo punto, sarebbe interessante approfondire i seguenti aspetti:

🔮il/la "cartomante" crea un ipotetico scenario, parlando di "cose umane", donando informazioni; 🔮modella queste in base alle aspettative del ricevente; 🔮nel costruire gli scenari ipotetici (es. amore, successo, soldi), plasma l’emotività delle persone. Questa operazione è un po’ simile al ruolo che hanno le culture, nel creare identità e formare gli individui [mi riferisco al processo di antropopoiesi, la «costruzione dell’identità umana (Remotti)»]; 🔮all'interno di questo scenario la differenza la attua il singolo. In che misura? Ordina le informazioni ricevute collegandole al suo vissuto personale. Non c'è un interesse a cogliere la veridicità delle ipotesi proposte, bensì a trovarne una logica di riscontro, un’analogia con il suo vissuto personale; 🔮Infine, credo che, questa pratica debba essere inquadrata all’interno della continua ricerca di senso degli eventi quotidiani che “succedono” nelle singole esistenze: «gli esseri umani sentono il bisogno di trovare una causa a ciò che succede (Rumiati 2000)». Dato che i singoli non sempre riescono, da sole, a comprendere delegano ad altri la responsabilità di interpretare il corso degli eventi.

Bibliografia

Evans-Pritchard E., 1937, Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande

Rumiati R., 2000, Decidere


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3 years ago

“sei una cvetina, una cvetina, una cvetina” -

3 years ago

23:18 21/07/21

Buonasera carissima appuntidicampo! Qui il tuo lettore anonimo SB!

Innanzi tutto ti volevo ringraziare per aver dedicato del tempo a me e alle argomentazioni che ti ho proposto. Mi scuso se la mia risposta non è arrivata tempestiva ma ho avuto modo di leggere solo in giornata.

Riguardo la tesi devo dire che sei stata molto chiara a esporre la tua opinione e i fatti accaduti a quei poveracci degli indigeni che hanno avuto la sfortuna di approcciarsi alla cultura occidentale. Mi fa riflettere che l'arrivo degli occidentali nel "nuovo continente" ha portato solo danni alle civiltà già presenti sotto diversi punti di vista: psicologici, fisici, ambientali e soprattutto culturali, distruggendo buona parte di indentità a varie civiltà. Mi domando se gli Occidentali avessero avuto un approccio più alla pari e pacifico come sarebbe il mondo adesso...

Non vedo la tecnologia in maniera negativa, ha un'utilità indiscutibile nel mondo odierno e probabilmente nel futuro sarà ancora più utile, forse troppo... Credo che forse la tecnologia ci stia viziando troppo, abbiamo bisogno di meno energie mentali per trovare una soluzione a un problema, basta chiedere a Google e probabilmente trovi la soluzione, è sicuramente un vantaggio in termini di tempo certo, ma, a mio modestissimo ed ignorante parere, non è di aiuto per la nostra indipendenza. Percepisco che ormai il telefono sia come una estensione del nostro corpo ed ho il timore che in futuro possa diventare sempre peggio. Nei bambini ho l'impressione che un telefono o un tablet possa sostituire una cesta dei giochi, almeno è quello che ho notato secondo la mia esperienza, non credo sia qualcosa di positivo... Insomma ci sono tantissime problematiche evidenti che riguardano l'utilizzo inappropriato della tecnologia. Credo che in futuro le cose non miglioreranno e temo che le persone mano a mano diventeranno sempre meno autonome e più isolate. Mi auguro che un giorno questo problema venga affrontato in maniera più incisiva perché ho l'impressione che se ne parli troppo poco e anzi, ne venga spronato sempre più l'utilizzo. Spero che gli adulti di domani se ne rendano conto e che si cerchi un modo per trovare un equilibrio con l'utilizzo della tecnologia. Sinceramente a me pensare a quello che ci aspetterà in futuro un po' mi spaventa...

Concludo ringraziandoti nuovamente e augurandoti una buona serata. Ti ringrazio per il consiglio e provvederò a procurarmi il libro, ti terrò aggiornata in merito! Xoxo

Lettore anonimo SB

Lettore anonimo SB

Scusami per l'attesa. Questo scambio “epistolare”, credo che di qui a poco, si trasformerà in una rubrica come quelle che avevano gli intellettuali nei giornali del secolo scorso. Dopo questo parallelismo molto cringy-centrico: vado dritta al sodo.

Sì. Esatto. L’impatto è stato devastante. Ti aggiungo che a me rimase impressa la lezione su Cristoforo Colombo che quando sbarcò nelle Americhe iniziò a nominare tutto, come nel caso delle Bahamas che ribattezzò come “San Salvador”, senza essersi chiesto se quei luoghi avessero un nome. Che arrogante! Per dirti che la violenza non è solo fisica, ma è pervasiva…

Non ti posso che dare ragione sul fronte tecnologia. Interessante che la associ ad uno strumento che lobotomizza le nostre capacità intellettuali e creative. Non avevo provato a vederla così. La metafora del telefono come estensione del proprio corpo è molto ricorrente negli studi tra antropologia e oggetti. Ci serviamo degli oggetti ma anche gli oggetti si servono di noi, entrano silenziosamente nelle nostre vite e scandiscono i ritmi della quotidianità (se leggerai Etnografie in bottiglia troverai approfonditi questi punti. Ah ma com'é finita?)

Le criticità che sollevi mi danno da riflettere. È innegabile che i tempi vanno avanti e ciò che era positivo per un passato non è che debba esserlo per un presente: l’uomo è un essere in continuo movimento e non può sempre piegare il presente al passato. Penso a chissà quante cose del passato mi sono persa che non ho potuto vivere (tu infatti mi citi la cesta dei giochi, etc.) Ma ciò che è bene per me, non lo è per l’altro. Mi viene da chiederti: hai creato momenti in cui far conoscere a tua sorella, non so, il modo in cui passavi tu il tempo da piccolo? Facendole vedere come giocavi? O la lasci in balia della tecnologia?

A presto caro lettore Anonimo SB.

...ma “SB” cosa simboleggia?

3 years ago

Guarderai il festival di Sanremo quest'anno?

Ciao Anonimo, no.

(secondo te ne vale la pena?)

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|lo sguardo di un'aspirante antropologa sul mondo|

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