In Università ti hanno insegnato solo a confrontarti con dati qualitativi..."i DATi qUanTitAvI snaturano. RestItUiScOnO una FinTa OggETtIVItà""
Sapevo però che sarebbe arrivato questo momento, meglio conosciuto come *l'antropologa si converte al lato """oscuro"""*
... e ti saresti incuriosita nel cercare:
Inizi a creare tabelle, grafici, traducendo gli """esseri umani"""' in dati numerici. Tu due minuti dopo:
QUESTA DEFORMAZIONE PROFESSIONALE, sempre in mezzo ai piedi.
Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan
Tu puoi essere marchesista anarchico situazionista Mao Lin Biao. Tu puoi leggere il libretto rosso, ma tu puoi fare tutto quello che vuoi! Tu non sei un cavallo! Tu sei un cittadino democratico, e io ti devo rispettare... Ma i botti terroristici, le intimidazioni, le bombe: che minchia c'entrano con la democrazia?! ~ il Dottore
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Elio Petri, 1970.
Your blog is so lovely...have a nice day, honey :)))
Grazie troppo gentile ^.^ Il tuo nick e il tuo humor: fantastici ahahah
|Alzare gli occhi al cielo non è peccato|
Ascolto quotidianamente omelie e prediche sull'accettazione personale e sul dover raggiungere un equilibro tale da distaccarsi dagli ideali, reali e non, che la nostra società ci propone. Non posso constatare quanta superficialità nascondano queste litanie. Questi ragionamenti mi sembrano delle illusioni create per arginare sommariamente il problema. Nonostante l’individualismo onnipresente-> siamo individui immersi in un contesto sociale.
Secondo me non esisterà mai un sano discorso di ‘accettazione personale’, fino a quando non si inizierà a ragionare, operativa-mente, su come l'essere umano si confronta e si relaziona con la società e con i suoi simili. Solo quando si capirà come avviene o come viene vissuto lo scambio soggetto-mondo, forse si comprenderà come realizzare questa benedetta “accettazione personale”.
giustificazioni\farneticazioni\spiegazioni.
Vivere ed essere un (bravo) cittadino in un pueblo trinacriese:
- Da ripetere sempre a se stessi: " É colpa dello stato". / "Ma quale Stato? "/ " ...lo stato!";
- Né a X né a Y né a Z sarà mai mostrata fedeltà;
- Osserva individuo 1, individuo 2, invididuo 3, casualmente sono gentili e premurosi, ma lasciano strani santini autorappresentativi. "Ma che vorranno dire, ah?";
- Guarda un po', sta 'sdilluviando', c'è la tempesta!? Destino è;
- Favori e agevolazioni, certo, ma con le penne degli altri;
- "Civiltá, annegamento dei valori e dei principi", "E che vuoi da me, ah?";
- Il colore da preferire è il bianco, un po' come il nero sta bene su tutto;
- "Immobilitismo, astensionismo, qualunquismo. Figli dello stesso padre sono, padre bastardo, lo so"... "Ma tanto che posso fare?". "Io mani legate ho";
- "Come dicevano 'l'antichi' "? / "Mors tua vita mea";
- "Io rido a pensare queste cose, ma piango".
Esercizio per casa, leggi il passo precedente come se fosse un monologo recitato da "il Dottore" di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto.
Laura: Più un ragazzo mi piace più mi spaventa.
Jérôme: Vuoi dire che hai paura di non resistergli?
Laura: No. Io. No. È più complicato di così. Un ragazzo non mi piace tanto perché é bello. Se un ragazzo è gentile vado a spasso con lui per esempio se mi annoio. Se mi annoio chiunque mi sta vicino ho l’impressione di amarlo. Quel che mi secca é che sempre prima o poi lui si dà importanza dice in giro: “È innamorata di me”. Si mette a fare il pascià. Allora è finita.
Le genou de Claire (1970) Éric Rohmer
Free your mind dal riduzionismo (culturale, scientifico, e... emotivo)
La mia tesi non sarà mai un prodotto ad uso e consumo del capitalismo delle università-azienda. Più che porre l’accento sul raggiungimento delle pagine stabilite, dovrebbero inculcare ai tesisti: sviscera fino a quanto riterrai opportuno.
Per i contadini, lo Stato è più lontano del cielo, e più maligno, perché sta sempre dall'altra parte. Non importa quali siano le sue formule politiche, la sua struttura, i suoi programmi. I contadini non li capiscono, perché è un altro linguaggio dal loro, e non c'è davvero nessuna ragione perché li vogliano capire. La sola possibile difesa, contro lo Stato e contro la propaganda, è la rassegnazione, la stessa cupa rassegnazione, senza speranza di paradiso, che curva le loro schiene sotto i mali della natura.
Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli
12/07/21 13:54
Buon giorno appuntidicampo.
Parto subito con un paio di premesse. La prima è che adoro il tuo blog per svariate ragioni e credo che all'interno di questa piattaforma sia il mio preferito, me lo sono spulciato tutto e non ti nego che per capirli alcuni ho dovuto rileggerli più volte, la seconda è che io sono totalmente ignorante riguardo l'antropologia e prima di leggere il tuo blog non sapevo manco l'esistenza di questa strana parola, perciò i ragionamenti che ti sto per scrivere sono privi di fondamento scientifico e sono nati di spontanea volontà, aggiungo inoltre che non sono per nulla certo se gli argomenti che tratterò fanno parte del tuo campo di studi. Lo scopo per la quale ti scrivo è perché spero che tu mi possa essere di aiuto a dare un ordine ai miei pensieri, un nome, qualche riferimento e inoltre voglio sapere la tua preziosa opinione in merito, ti chiedo gentilmente di essere il più diretta possibile e di non farti alcun tipo di scrupoli a dirmi se i miei pensieri sono idioti o non hanno un filo logico. Detto ciò passiamo alla reale ragione per la quale ti ho scritto.
Insomma, questo pensiero mi è nato a seguito della vittoria degli Europei da parte dell'Italia. Il ragionamento che mi sono fatto è il seguente: l'entusiasmo e il buon umore generale per aver vinto l'Europeo, nonostante questa vittoria non influisca minimamente sulla nostra quotidianità, mi fa pensare che lo sport non è altro che un mezzo più civile rispetto a tanti altri, per dare sfogo alla nostra incessante, arrogante e umana voglia di prevalere sul prossimo, su un'altra "razza", il doversi sentire superiore al di sopra di ogni cosa. Sono arrivato a questa conclusione perché ho presupposto che esista questo bisogno umano di prevalere, altrimenti non mi spiegherei il perché nella storia ci siano state così tante guerre, del perché esista il razzismo e tante belle cose dalla quale l'umanità ne è afflitta. Penso che lo sport abbia un ruolo fondamentale per la nostra società e credo che sia un'ottima valvola di sfogo per questi istinti irrazionali e totalmente umani.
Spero di averti spiegato abbastanza chiaramente il mio punto di vista anche se devo ammettere che è la prima volta in assoluto che condivido con qualcuno questo tipo di pensieri. Vorrai perdonarmi se ti risulto banale e poco chiaro. In questo momento mi sento come nel tuo recente meme molto simpatico con il gattino truccato da pagliaccio.
In attesa di altri tuoi interessantissimi post!
Lettore anonimo SB.
P.S.= spesso metto like ai tuoi post, non considerare i like come un numero perché per quanto mi riguarda i ragionamenti che esponi sono molto più preziosi di un semplice numero
Buona sera Lettore anonimo SB,
Sei stato troppo gentile con le lodi, ma sono una disgraziata fra tanti. Mi farebbe piacere individuarti, per ringraziarti direttamente e non rivolgermi ad un generico anonimo. Non ti biasimo, infatti all'Universitá mi insegnano ad avere una certa attenzione verso i pensieri e le parole delle persone: la privacy è una questione delicata.
Volgendo l’attenzione alle questioni da te sollevate: credo che questa cosa del «prevalere sull’altro» sia da ricondurre alla tradizione storica, religiosa e culturale dell’Occidente. I rapporti si consumano assimetrica-mente: vincitore/perdente, vittima/carnefice, colonizzato/colonizzatore. È impensabile uscire da queste logiche duali, è troppo faticoso pensarla diversamente. Vorrei capire: tu come la pensi su questo punto? Avverti anche tu questo? Vedo che, nella nostra società, i rapporti umani vengono vissuti così.
Per ciò che riguarda, invece, lo «sport come mezzo civile per disciplinare gli impulsi»: non saprei risponderti. Si potrebbe consultare una letteratura di stampo psicologico ed etnografico, che indaghi il significato dello sport nei giocatori e tifosi... sai per avere una visione meno riduttiva o semplicistica.
Non so se quello che ti ho scritto ti aiuterà a “disciplinare” e a far chiarezza tra i tuoi pensieri... Magari si apriranno altri spunti di riflessione… fammi sapere, se ti va.
Ciao.
[Scena I]
Oggi Venice è ritornata nella city.
Era da circa un anno che si erano perse le sue tracce.
[Scena II]
Venice incontra Billie, mentre percorre la 107.
Per un lungo istante i loro sguardi si incrociano.
[Scena III]
Billie inizia a sentire una morsa allo stomaco. Lei continua ad osservarlo.
Venice si avvicina sempre di più.
[BLACKOUT]
[Scena IV]
Billie osserva Venice in lontananza.
Lui adesso non è più triste. Non è più triste.
Da lì a poco Venice sarà solo un ricordo.