DESCRIVI IL TUO BLOG
Ringrazio @hope-now-and-live che non mi ha taggato ma ha mosso accuse gravi ed infamanti affermando ciò che segue "La gente che taggo di solito è troppo fottutamente più superiore a noi comuni mortali per unirsi a queste baggianate". Sentirà parlare di nuovo del sottoscritto attraverso vie legali.
1) Icona: sono io che faccio una foto al cellulare il quale a sua volta mi fotografa, very smart such poetry.
2) I miei contenuti: a volte pensieri e spunti di riflessione che per qualche motivo mi colpiscono, altre semplicemente quello che mi passa per la testa.
3) Colore delle lettere: nada
4) Immagine di copertina: è uno sticker raffigurante un giocatore che a Milano si è guadagnato le simpatie della gente senza apparenti meriti sportivi. Ma nel suolo patrio è tornato a saper mettere un piede a fianco all'altro quindi grande lezione di vita amici lettori, mai smettere di crederci chi la fa l'aspetti tra il dire e il fare c'è di mezzo la voglia. Hoje tem gol do gabigol
5) Url: Xevian e Zarid sono due eroi di un’antica leggenda orientale, si narra che unendo le forze riuscirono a trascendere l’eterno ciclo del samsara giungendo alla comprensione del Tutto, dell’Unità. Xeza unendo le iniziali. Alcuni dicono che una sola persona sappia la verità.
6) Titolo del blog: il titolo del blog è deludentemente il nome del blog. La didascalia è il titolo che venne dato alla trascrizione di una lezione di Richard Feynman.
Taggo @dualismopsicologico @sullen-snowflakes @ditirambi @passamiunamarlboro @pollonsfancy @scarletintheocean @ur-local-corn-goblin @oladraosalvo (te apetece?)
Port de Prince, Tunisia
Ahora es más fácil sobresalir, es más fácil saber de esto o de aquello, aunque ese conocimiento no sirviera para nada. Los números más valiosos no necesariamente son los de las finanzas, no son los de los promedios. Estamos en medio de un desierto donde nuestra prioridad no es encontrar agua sino la manera en que nuestra imagen pueda verse en cualquier parte del horizonte…
Blazze
—Me lo imaginaba. No le obligas, ni le pegas, ni le mandas, y es que sabes que lo blando es más fuerte que lo duro, que el agua es más potente que la roca, que el amor es más vigoroso que la violencia. Conforme, y te elogio
MONDINE – VITA IN RISAIA
Triste nota de suicidio.
Pequeña luna, tan resplandeciente en este pequeño viernes trece, hay tantas cosas que tengo que decirte, una de ellas es mi muerte, he decidido hacerlo hoy, sin dañar a quien no se lo merece, la depresión me consume, sé muy bien que lo comprendes.
Estoy ahora como tú, encerrado en mi triste cuarto, mis ojos sepultados de dolor, no logran controlar el llanto, que tarde o temprano desaparecerá, al unirse con la rojienta sangre de mis cortes.
Mis nudillos ya no aguantan, están cansados de tanto golpear la pared y no solucionar nada.
Quisiera gritar, y que la respiración se me entrecorte, morir de depresión le llaman, aquellos que se asesinan a cortes.
Sin embargo, no requiero acabar tan mal, en la vida no sonreí, mi mayor don fue llorar.
El caos en mi cabeza, empezó a nublarse de pensamientos suicidas, si los cortes no hicieron nada. ¿Por qué no terminar a balazos al poeta roto de la sonrisa fingida?
Pequeña luna, ahora lo he recordado, aquella cita que me rompió el alma, a mis pensamientos ha llegado: “No era poesía, simplemente retrataba, no inventaba versos, eran peligrosas armas, capaces de destruir consigo su triste insensibilidad humana.”
Mi cuaderno lleno de poesía, sin polvo se ha quedado, ¿Cuántos recuerdos y heridas traerá ahora que le escriba entre esas inestables hojas que la depresión ha ganado?
Nadie podría haber sido tan buena como lo eras tú, desde el primer día hasta ahora, me cuidaste, sin importar como fuera a terminar en un futuro. Moriré contigo, sin importar lo que la gente diga, ¿A quién llamarán huérfano si ya no estaré con vida? ¿De qué te sirve necesitarme por las noches? Si cuando estoy no me notas. No tiene apuro, no tiene caso, morir es la solución, debido a tanto fracaso. Mi ausencia será el punto de equilibrio, cuando intentes buscarme, y sin respiración te quedes, si me convertiste en tu muso, déjame ir, cual verso entre agonía se muere. El dolor explota en mi mente, la música ya no me llena, este verso ha quedado solo, como mi hermana aquel verano, junto a sus notas de primavera.
Fuiste el brillo que se acercó, intentando ayudarme, te alejaste al darte cuenta, que el desastre no siempre es lo mismo que el arte.
Te eternice en escritos para que puedas recordarme, como aquel triste poeta, que debido a su inestabilidad ha decidido suicidarse.
Deja que muera, no vas a extrañarme, bien dijiste aquel día, no le cuentes tus problemas a la gente, disípalos por tu parte.
No lo había notado, pequeña luna pero mi poesía estaba rota desde hace mucho tiempo atrás.
Mis letras me suicidaron en cada verso roto de estas simples hojas…
Lo siento. Apenas logro trazar nuevos versos, me he desgastado tanto, que mis dedos han quedado obsoletos.
Sin embargo…
Quiero escribir con sangre, esta última cita: “Ya no quedan minutos de poema, el poeta se ha suicidado”.
— Manuel Ignacio.
Buonanotte a chi ha l'altra metà del cuore a chilometri di distanza.E complimenti, complimenti davvero perchè ci vuole un gran bel coraggio ad abbracciarsi da soli la notte.Buonanotte, perchè è una faccenda da duri amare chi c'è ma non c'è.
PER TUTTE LE RAGAZZE CHE NON MANGIANO, CHE VANNO DA SCHIFO A SCUOLA E CHE SI FANNO DEL MALE DA SOLE
Facevo uno sport un po’ di merda. Lo amavo con tutto il mio cuore, lo amo ancora a dire il vero, ma è uno sport di merda. Il problema è questo: negli sport minori non esiste l’amatoriale. O è agonismo o è agonismo. Per farsi rispettare, per dimostrare che anche il nostro è uno sport che conta, bisogna spaccare i culi alle gare. La mia prima allenatrice, quando pattinava ancora, era passata agli europei nella categoria quartetti.
Lei era un po’ più grossa delle altre tre.
Le hanno affiancato un nutrizionista che le ha detto di tenere un diario dove scrivere tutti i giorni quello che mangiava. Poi prima di ogni allenamento la pesavano. Davanti a tutti. La sua dieta era una questione pubblica. Le mettevano pressioni.
E lei dimagriva. Dimagriva. Dimagriva.
Ma agli europei non c’è mai andata. Mangiava talmente poco che non si reggeva più in piedi agli allenamenti. Era convinta di non avere il fiato e la forza delle altre ragazze perché era troppo grassa. E mangiava ancora meno.
Un giorno il suo piccolo corpicino si spezzò in due.
Si ruppe una gamba facendo un semplice passo di pattinaggio. E agli europei non ci andò mai.
La società cercò di insabbiare in tutti i modi la cosa, i dirigenti non potevano ammettere che la sua anoressia fosse causata dalle loro pressioni. Ma nonostante quello che era successo, continuarono a comportarsi così.
Il mio primo anno di gare, chiesero ad una mia compagna durante l’allenamento quanto mangiasse durante il giorno, così davanti a tutti.
La sentii piangere in bagno finito l’allenamento.
Quell’anno perdemmo le gare, non passammo nemmeno agli italiani. E io quella ragazza non l’ho più rivista.
L’anno seguente raddoppiarono gli allenamenti. E io cominciai ad andare male a scuola. Ero la più piccola del mio gruppo. Le altre o non andavano più a scuola, o frequentavano istituti privati. Io ero al liceo classico. Quando parlai ai dirigenti dei miei problemi mi risposero che avevo tutta la vita davanti per studiare e andare bene a scuola, ma per vincere le gare avevo solo quella occasione.
Venni bocciata e passai ad una scuola più semplice.
L’anno seguente iniziai ad avere problemi alle ginocchia, come tutte le pattinatrici. L’ortopedico mi disse che avrei dovuto smettere, almeno per sei mesi, e poi riprendere un po’ alla volta. L’allenatrice però faceva fare allenamenti extra a me e alle altre con problemi fisici. Diceva che i dolori venivano perché non eravamo abbastanza preparate fisicamente. Ci dava anche esercizi da fare a casa, di potenziamento muscolare.
I dolori erano forti, ma io tenevo botta, era troppo importante.
L’anno seguente morì mia nonna. Io stavo andando ad allenamento quando mi chiamò mia mamma per dirmelo. Ci fu un lungo silenzio.
Poi lei disse: “Cosa fai adesso?” E io: “Vado ad allenamento”
La mia famiglia non la prese molto bene. Mi costrinsero a saltare un allenamento per andare al funerale.
Il giorno dopo, in pista, davanti a tutti, l’allenatrice iniziò a sgridarmi per non essermi presentata il giorno prima. Sapeva benissimo il motivo, ma non faceva altro che dirmi che non potevo permettermi di comportarmi in quel modo. Cercavo di difendermi, spiegavo che era stata la mia famiglia a costringermi, che io non volevo andare. Alla fine disse:
“Devi fare una scelta: o la famiglia o il pattinaggio”
“E io scelgo di mandarti a fanculo”.
Presi il borsone e me ne andai via per sempre.
Piansi tantissimo. La mia vita aveva perso il suo scopo. Le giornate mi sembravo vuote.
Qualche mese dopo vidi le mie amiche in televisione, agli europei d’Olanda, con la consapevolezza che sarei potuta essere lì.
Ed ero contenta così.
Iniziai a vedere la cosa da lontano, da un punto di vista più distaccato. Amavo pattinare, ma quel mondo era uno schifo. E non me ne ero mai resa davvero conto finché non ne sono uscita.
Per cosa lo stavo facendo? Per cosa stavo distruggendo il mio corpo e il mio futuro? Per essere la campionessa sconosciuta di uno sport di cui non gliene frega un cazzo a nessuno?
Sembrava tutto così importante prima. Sembrava tutto così importante. Sembrava l’unica cosa che importasse davvero.
Sembrava.
😍😍😍😍😍👍👍👍👍
IL GALATEO DEL VAFFANCULO:
Il Vaffanculo è sempre un’occasione di confronto,con il prossimo e soprattutto con sé stessi..ecco a voi il teorema del vaffanculo.
Il Vaffanculo non deve avere timori reverenziali di sorta,il vaffanculo non deve subire il potere perché è libero, anarchico e non teme le gerarchie. Che tu sia un re,un papa o un megadirettore…se a fanculo ti mandano,a fanculo devi andare.
Il Vaffanculo non teme nemmeno la morte:anche quando a morire è una carogna,nel momento in cui passa a miglior vita,anche il peggior bastardo viene chiamato, COMUNQUE ,“Buonanima”.Niente di più ipocrita,perché la morte non santifica e non rende migliori:se meritavi dei vaffanculo da vivo,continuerai a meritarli anche dopo morto.
Il Vaffanculo è per tutte le stagioni della vita:dalla culla alla tomba,un vaffanculo,per qualche motivo,te lo meriti sempre e per sempre…nessuno si senta al sicuro,mai.
Ci sono Vaffanculo che celano amori profondi ed inconfessati….e ci sono “Ti amo” che celano dei Vaffanculo.La tensione erotica che c’è in un vaffanculo detto,anche ridendo,tra un uomo ed una donna vale più di 1000 frasi da baci perugina.
Il Vaffanculo è democratico,è reciproco come un “69”:ricevi quello che dai e dai quello che ricevi.
Infine vi dico che mandare a fanculo qualcuno, e soprattutto sé stessi,signori e signore,è veramente un’arte sopraffina..ed il gioco più raffinato è quello di mandare a fanculo qualcuno,senza che questi nemmeno se ne renda conto…sapeste quanti Vaffanculo,si possono dire con il sorriso ed un’impeccabile savoir –faire..e quelli,amici miei,son i Vaffanculo migliori.”
C. Zanitti
il salasso degli italiani e di altri popoli continuerà finchè la maggioranza dei dormienti narcotizzati non si accorgerà dell'imminente morte