Me At That Part In The English Version Of The New Let’s Go! Trailer Where It Shows Bulbasaur Trying

Me at That part in the English version of the new Let’s Go! trailer where it shows Bulbasaur trying to keep up with you on its little legs: 

Me At That Part In The English Version Of The New Let’s Go! Trailer Where It Shows Bulbasaur Trying

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5 years ago
“Quando Vinceranno I Sogni, Quando Morirà La Realtà, Lì Saremo Felici.”

“Quando vinceranno i sogni, quando morirà la realtà, lì saremo felici.”

5 years ago

Non so voi, ma personalmente assieme s molti miei amici e conoscenti stiamo notando gli effetti di questa quarantena nella mancanza di voglia di fare quelle cose per cui prima desideravamo stare a casa.

Proprio quel tipo di pensiero come "Se potessi essere a casa a [inserire azione desiderata]" in questi giorni funziona sempre meno.

Io sto cercando di non crollare riguardandomi One Piece.

Sono all'episodio 70 e mi sta salendo un po' s noia.

Tutto per non pensare alla realtà là fuori.

5 years ago

I like how

A villan who uncovered the truth for bad, uses lies for good.

I Like How
I Like How

The villan who could easily rid of anyone who got in his way, now challenges them head on.

I Like How
I Like How

The time villan who used her powers as a last resort, becomes the time hero who is Paris' last resort.

I Like How
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The villan who malfunctions people's relationships, now malfunctions bad guys powers.

I Like How
I Like How
5 years ago

Ahora es más fácil sobresalir, es más fácil saber de esto o de aquello, aunque ese conocimiento no sirviera para nada. Los números más valiosos no necesariamente son los de las finanzas, no son los de los promedios. Estamos en medio de un desierto donde nuestra prioridad no es encontrar agua sino la manera en que nuestra imagen pueda verse en cualquier parte del horizonte…

Blazze

5 years ago

Post Marchionne

Salone arredato in stile barocco, soffitto alto 4 metri, finestroni doppi, chiusi. Le tende tirate. Filtra un po’ di sole da fuori creando quel colore giallino di fine estate, apatico.

John Elkann siede sopra una poltroncina foderata verde, appartenuta al nonno di Napoleone I. Davanti a se lo schermo che manda in tempo reale l'andamento delle borse di tutto il mondo.

Il corpo di Marchionne è ancora caldo e il titolo FCA è crollato paurosamente. Elkann, sospirando, si alza e procede verso la finestra, guardando fuori, in giardino, dove Lapo sta facendo la ruota con la nipote di 8 anni. Lei, ad ogni giro, ride e poi corre e bere del succo di mela, dalla caraffa. Lui, invece, si fa una riga di nascosto.

John sospira, poi i suoi pensieri escono fuori, come se stesse dialogando con qualcuno “Sergio, Sergio, Cristo! A 66 anni non puoi morire come un operaio qualsiasi in catena di montaggio. Il tuo funerale ci sta costando quasi quanto l'acquisto di CR7. Già, Ronaldo. Quello stronzo di Andrea doveva fare lo sborone proprio adesso, non poteva aspettare la prossima stagione, no. Tu muori e lui compra CR7.”

Poi inizia a passeggiare lungo il salone. Fissa il busto di Gianni Agnelli fatto d'orsetti gommosi, opera regalo di Cattelan e, con voce da bambino capriccioso, riprende “ma vedrai che si ripaga da solo con il merchandising, gnegnegne”. Si schiarisce la voce “il merchandising, non sai manco come si scrive, ah cristo Sergio, ma perché sei già morto. Anche a te ha colpito la maledizione degli Agnelli, il posto più pericoloso dove andare a vivere, subito dopo Città del Messico e i Kennedy!”.

Improvviso una pallonata colpisce la grande vetrata, senza romperla. John distrattamente si avvicina di nuovo alla finestra e guarda in giardino. Adesso è Lapo a bere succo di mela dalla caraffa, mentre la nipote pippa delle righe lunghe come un campo di calcio. John sospira “ma che cazzo ci troveranno mai nella cocaina? Niente è più elettrizzante del bip-bip-bip di un titolo in borsa che fluttua, su e giù, senza senso per molti, ma noi invece lo sappiamo come fare, ma poi c'è sempre quel piccolissimo imprevisto, imponderabile, con cui Dio ci ha voluto omaggiare proprio per farci sentire vivi, bip-bip-bip, eccolo, Sergio, tu sei stato quell'imprevvisto, mortaccitua, lo senti questo bip, siamo noi che veniamo fottuti dal mercato e non importa che ti abbia sostituito il prima possibile con quell'altro fesso di manager, i poteri forti ci stanno inculando.”

A quel punto entra Renzi. S'inginocchia e china il capo: “Avevate chiesto di vedermi, mio sire?”. Elkann, senza girarsi “Matteo, li hai pubblicati i tweet che ti ho fatto mandare?” Renzi: “Sì, mio sire!” Elkann: “Hanno funzionato?” Renzi: “Alla grande, mio sire”. Elkann: “Alla grande un cazzo, Matteo. Non se li è inculati nessuno, anzi, t'hanno preso per culo pure i fakebot. Lo sai che tra un paio d'anni ce ne andremo per sempre, vero?” Renzi: “mio sire, avevate promesso di no, cioè, di lasciare almeno un paio di fabbriche in Italia”. Elkann: “per quale motivo, dovrei farlo?” Renzi: “Per avere gli aiuti di stato?” Elkann: “E a voi chi vi aiuta, scusami, non ti seguo?” Renzi: “Noi facciamo buffi, come sempre”. Elkann: “Lo so, coglione. Era una domanda retorica. Sparisci adesso. Ti sei fatto battere pure dal M5S e dalla Lega. Mi chiedo come mai gli altri del PD ti vengano ancora dietro. Ah giusto, glielo abbiamo chiesto noi.” Renzi: “Voi?” Elkann: “Hai mai visto una poltrona per due?”

In quel mentre entra Lapo, fatto di coca e succo di mela.

Elkann: “ahahah, vedi Matteo, abbiamo preso un fallito perfettamente insignificante come Di Maio e lo abbiamo trasformato in un leader carismatico, nonché vicepremier e ministro del Lavoro e allo stesso tempo, abbiamo preso te, un coglione che precedentemente lo avevamo fatto diventare leader della sinistra, nonché premier perché ci annoiavamo, trasformandoti in un insignificante ex-leader della sinistra e che a 40 anni è già caduto in disgrazia.” Renzi: “Ma io ho vinto le elezioni” Lapo (iniziando a fare l'elicottero con il cazzo davanti la sua faccia): “Matteo, ma quanto sei fuori, tu non hai mai vinto un cazzo! John, come facciamo ora a riprenderci questo e rimandare Di Maio a vendere gelati allo stadio?” Elkann: “Io non voglio riprendermi sto deficente qua” Lapo: “Ti vuoi tenere Di Maio al governo?” Elkann: “E tu credi che terrei veramente un bibbitaro a dirigere gli affari di famiglia?” Lapo: “Tu non potresti, vero? Non me lo terrei neanch'io”.

Elkann fa poi cenno a Lapo e Renzi di levarsi dai coglioni. Si rimette seduto a guardare i bip della borsa “Sergio, Sergio. Tu me lo avevi detto, gli esperimenti sociali non servono ad un cazzo.”

5 years ago

alternatives to LGBT/MOGAI

with help from @elfcourse and some other losers 

LAGABATIO+ - Lesbian Asexual Gay Aromantic Bisexual Agender Transgender Intersex Omnisexual + whatever else you wanna throw in there

NOHOMO - Non-heterosexual Orientations, Heterosexual Orientations, Metrosexual, & Omnisexual

FLAMERS - Furry, Lesbian, Asexual, Metrosexual, & Erotic Repressed Sexualities

STFU - Sexualities, Transgender, Furry, Unknown

UMAMI - Unlabelled Marginalized Asexuals, Mogai, Intersex

IDGAF - Intersex, Discriminated Genders, Asexuals, & Fujoshis 

OROMASHI - Omnisexual Repressosexual Omnigender Metrosexual Asexual Sapiosexual Hamilton Intersex

GASPER - Gay, Asexual, Sapiosexual, Piss-kink, Erotic Relationships

PDTMS - Polysexual Demisexual Transgender Metrosexual Sapiosexual, or, alternatively, Please Don’t Take Me Seriously

5 years ago
Il Confine

Il confine

5 years ago
Sul Muro Della Cucina Ho Montato La Scritta Mocambo. Il Risultato Lascia Davvero A Desiderare Ma Andava
Sul Muro Della Cucina Ho Montato La Scritta Mocambo. Il Risultato Lascia Davvero A Desiderare Ma Andava
Sul Muro Della Cucina Ho Montato La Scritta Mocambo. Il Risultato Lascia Davvero A Desiderare Ma Andava
Sul Muro Della Cucina Ho Montato La Scritta Mocambo. Il Risultato Lascia Davvero A Desiderare Ma Andava
Sul Muro Della Cucina Ho Montato La Scritta Mocambo. Il Risultato Lascia Davvero A Desiderare Ma Andava
Sul Muro Della Cucina Ho Montato La Scritta Mocambo. Il Risultato Lascia Davvero A Desiderare Ma Andava

Sul muro della cucina ho montato la scritta Mocambo. Il risultato lascia davvero a desiderare ma andava fatto. Il colore rosa del neon toglie tutto il peso che quel nome si porta dietro. Chissà se Paolo Conte apprezzerebbe, non si tratta solo dei suoi di fallimenti, o di quelli cantati nelle sue canzoni. Ci sono anche i miei e la mia casa ne ha visti parecchi. È il mio Mocambo. Leggo sempre di meno, la batteria del Kindle dura davvero tantissimo che sorpresa. Sopra il letto Totoro mi guarda sereno. Un metro quadrato di erba, l’altro poster, mi ricorda che se mai lo volessi potrei andare fuori a stendermi su un prato ma siamo sinceri, chi ne ha voglia? Il mio letto ha un materasso memory foam e non voglio lasciarlo per troppo tempo da solo perché metti poi che si dimentica di me? Da qualcuno o qualcosa voglio essere ricordato. Non so perché stia bevendo così tanto negli ultimi tempi, è la cosa più facile da fare. Aiuta e tiene idratati. Non mi va di scrivere. Ho scritto 20 storie brevi e ho pronto un progetto che sarà un misto tra video, lettura, teatro, illustrazione e fotografia e ancora non so cosa. Ma c’è tutto. Mancano solo i soldi. Quelli mancano sempre dannati stronzi. C’è chi lo farà insieme a me e vorrei avere soldi per poter dare qualcosa in cambio. Sono svogliato e non presto attenzione alle cose. Succedono una marea di eventi durante una singola giornata e molti passano senza nemmeno sfiorarmi. La mia collezione di videogiochi oramai è gravida e gronda tutto quello che ci ho speso. Ah ecco da dove potevo tirare fuori i soldi per gli altri progetti, che idiota. È molto utile come deterrente quando una ragazza vuole entrare nella mia vita “Ma certo che puoi venire da me, così ti mostro la mia collezione di videogiochi”. E il mio memory foam non deve registrare nuovi ricordi. Il palazzo di fronte lo stanno costruendo da un anno e passa e lo fanno solo nei fine settimana, arrivano gli operai il sabato e la domenica e io penso sia più un hobby per loro. Che questi siano normali lavoratori che invece di andare a fare il bagno al lago hanno la passione per la cazzuola e la malta nei weekend. Fatto sta che li guardo con sospetto. Vado a molte mostre. Vado molto al cinema. Vado molto a bere e qua puoi bere nei cinema. Mi addormento svogliato. Ho un poster che dice “Mir fehlt das Meer”, mi manca il mare. Vorrei tornarci ma questa estate so che sarà l’estate del dopo. La scorsa era stata l’estate del facciamo scorta degli ultimi bei ricordi con i nonni prima che arrivi il momento in cui sarà troppo tardi. Cristo quanto mi sta sul cazzo che sia quasi troppo tardi adesso. Tornare al mare, tornare a Napoli (non riesco a slegare le due cose) vuol dire tornare dove avevo costruito gli ultimi buoni ricordi e adesso si parte con quelli terminali. Non voglio. Posso scegliere di non volere più ricordi oppure è un atto egoista? Quando fa buio guardo gli inquilini del palazzo di fronte, sono tutte famiglie ebree. Alcuni sono turchi. Altri sono indiani. I peggiori sono quelli in mezzo, un appartamento di artisti. Non sono razzista ma… gli artisti… Che palle. A fine mese vado a registrare alcune canzoni del lavoro solista. Non appena saranno pronte, girerò i relativi video. Ogni canzone un video e via, mi hanno detto che funziona così al giorno d’oggi. Fanculo non so manco in che anno siamo. Ah sì quello col numero pari, io li odio i numeri pari. Devo finire di scrivere altre due canzoni per avere uno spettacolo consistente. Lo dico da un po’. Forse lo dico a me stesso per rimandare il momento in cui tutto sarà pronto e non avrò più scuse. Poi si vedrà. Poi sarà il Mocambo. La rivista dove dovevo venire pubblicato in ottobre mi ha rimandato a marzo, ho più tempo per rivedere il testo. Ho una storia iniziata un mese fa a cui manca solo il finale ma la voglia di finirla è andata smarrita. Non so dove andare questa estate. Sai quando davanti hai tutte le possibilità che vuoi e puoi andare in ogni dove e ci sono mille opzioni valide e tu sei fermo, paralizzato, pensi “ma alla fine non si sta male a casa”. Devo comprarmi un condizionatore. Penso. Se resto a casa potrebbe essere utile. Penso troppo e parlo poco. Mi hanno detto che da adesso in poi farà sempre più caldo. Farà sempre per sempre più caldo. Costantemente più caldo finché morte non ci separi. È come nelle relazioni, quando stai con una ma non vuoi proprio lasciarla perché non è malissimo, allora non è che le dici guarda è finita, modifichi l’ambiente attorno, sperando che sia lei da sola a capire che la situazione non è sostenibile e che se ne vada. Rutti di più, fai più discorsi di merda, ti lavi di meno, ti concedi di meno, parli di meno, rendi l’aria pesante. La terra lo fece già una volta in passato con i dinosauri, no ok fu più un meteorite, ma non cambia già una volta mandò via quello che non voleva. Adesso pure noi siamo di troppo, ma non vuole strapparci come un cerotto, no, vuole che diventiamo consapevoli del fatto che non funziona più, è meglio se andate da un’altra parte. Ma dove vado io? Dai per favore non adesso che ho montato la scritta Mocambo in cucina. Quando il neon è acceso fa pure un fischio fastidiosissimo. I 20 euro peggio spesi nella mia vita. Potevo comprare altro alcol.

5 years ago

Eu estive pensando e estou cansado. Às vezes da uma vontade de me esconder do mundo e não deixar ninguém nunca mais se aproximar, como uma tentativa para evitar o descaso e afastamento. Às vezes da vontade de não sentir tanto, de não estimar tanto, de não prezar tanto. De não se deixar levar e guardar as pessoas como pequenas estrelas na caixinha do universo. Eu estive pensando e me lembrei que isso nunca me fez desistir de continuar, sempre juntei todos os cacos e me reconstrui novamente a cada amanhecer. Eu sei que é difícil, mas não vou me resguardar. Não vou mais me privar de viver sob o monte observando o sol nascer, porque o agora é passageiro e vou me permitir existir. Eu estive pensando e estou cansado, cansei de restar, cansei de esperar, agora vou ser, valer e viver.

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reginaldtj - Rydel Heineman
Rydel Heineman

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