Sul muro della cucina ho montato la scritta Mocambo. Il risultato lascia davvero a desiderare ma andava fatto. Il colore rosa del neon toglie tutto il peso che quel nome si porta dietro. Chissà se Paolo Conte apprezzerebbe, non si tratta solo dei suoi di fallimenti, o di quelli cantati nelle sue canzoni. Ci sono anche i miei e la mia casa ne ha visti parecchi. È il mio Mocambo. Leggo sempre di meno, la batteria del Kindle dura davvero tantissimo che sorpresa. Sopra il letto Totoro mi guarda sereno. Un metro quadrato di erba, l’altro poster, mi ricorda che se mai lo volessi potrei andare fuori a stendermi su un prato ma siamo sinceri, chi ne ha voglia? Il mio letto ha un materasso memory foam e non voglio lasciarlo per troppo tempo da solo perché metti poi che si dimentica di me? Da qualcuno o qualcosa voglio essere ricordato. Non so perché stia bevendo così tanto negli ultimi tempi, è la cosa più facile da fare. Aiuta e tiene idratati. Non mi va di scrivere. Ho scritto 20 storie brevi e ho pronto un progetto che sarà un misto tra video, lettura, teatro, illustrazione e fotografia e ancora non so cosa. Ma c’è tutto. Mancano solo i soldi. Quelli mancano sempre dannati stronzi. C’è chi lo farà insieme a me e vorrei avere soldi per poter dare qualcosa in cambio. Sono svogliato e non presto attenzione alle cose. Succedono una marea di eventi durante una singola giornata e molti passano senza nemmeno sfiorarmi. La mia collezione di videogiochi oramai è gravida e gronda tutto quello che ci ho speso. Ah ecco da dove potevo tirare fuori i soldi per gli altri progetti, che idiota. È molto utile come deterrente quando una ragazza vuole entrare nella mia vita “Ma certo che puoi venire da me, così ti mostro la mia collezione di videogiochi”. E il mio memory foam non deve registrare nuovi ricordi. Il palazzo di fronte lo stanno costruendo da un anno e passa e lo fanno solo nei fine settimana, arrivano gli operai il sabato e la domenica e io penso sia più un hobby per loro. Che questi siano normali lavoratori che invece di andare a fare il bagno al lago hanno la passione per la cazzuola e la malta nei weekend. Fatto sta che li guardo con sospetto. Vado a molte mostre. Vado molto al cinema. Vado molto a bere e qua puoi bere nei cinema. Mi addormento svogliato. Ho un poster che dice “Mir fehlt das Meer”, mi manca il mare. Vorrei tornarci ma questa estate so che sarà l’estate del dopo. La scorsa era stata l’estate del facciamo scorta degli ultimi bei ricordi con i nonni prima che arrivi il momento in cui sarà troppo tardi. Cristo quanto mi sta sul cazzo che sia quasi troppo tardi adesso. Tornare al mare, tornare a Napoli (non riesco a slegare le due cose) vuol dire tornare dove avevo costruito gli ultimi buoni ricordi e adesso si parte con quelli terminali. Non voglio. Posso scegliere di non volere più ricordi oppure è un atto egoista? Quando fa buio guardo gli inquilini del palazzo di fronte, sono tutte famiglie ebree. Alcuni sono turchi. Altri sono indiani. I peggiori sono quelli in mezzo, un appartamento di artisti. Non sono razzista ma… gli artisti… Che palle. A fine mese vado a registrare alcune canzoni del lavoro solista. Non appena saranno pronte, girerò i relativi video. Ogni canzone un video e via, mi hanno detto che funziona così al giorno d’oggi. Fanculo non so manco in che anno siamo. Ah sì quello col numero pari, io li odio i numeri pari. Devo finire di scrivere altre due canzoni per avere uno spettacolo consistente. Lo dico da un po’. Forse lo dico a me stesso per rimandare il momento in cui tutto sarà pronto e non avrò più scuse. Poi si vedrà. Poi sarà il Mocambo. La rivista dove dovevo venire pubblicato in ottobre mi ha rimandato a marzo, ho più tempo per rivedere il testo. Ho una storia iniziata un mese fa a cui manca solo il finale ma la voglia di finirla è andata smarrita. Non so dove andare questa estate. Sai quando davanti hai tutte le possibilità che vuoi e puoi andare in ogni dove e ci sono mille opzioni valide e tu sei fermo, paralizzato, pensi “ma alla fine non si sta male a casa”. Devo comprarmi un condizionatore. Penso. Se resto a casa potrebbe essere utile. Penso troppo e parlo poco. Mi hanno detto che da adesso in poi farà sempre più caldo. Farà sempre per sempre più caldo. Costantemente più caldo finché morte non ci separi. È come nelle relazioni, quando stai con una ma non vuoi proprio lasciarla perché non è malissimo, allora non è che le dici guarda è finita, modifichi l’ambiente attorno, sperando che sia lei da sola a capire che la situazione non è sostenibile e che se ne vada. Rutti di più, fai più discorsi di merda, ti lavi di meno, ti concedi di meno, parli di meno, rendi l’aria pesante. La terra lo fece già una volta in passato con i dinosauri, no ok fu più un meteorite, ma non cambia già una volta mandò via quello che non voleva. Adesso pure noi siamo di troppo, ma non vuole strapparci come un cerotto, no, vuole che diventiamo consapevoli del fatto che non funziona più, è meglio se andate da un’altra parte. Ma dove vado io? Dai per favore non adesso che ho montato la scritta Mocambo in cucina. Quando il neon è acceso fa pure un fischio fastidiosissimo. I 20 euro peggio spesi nella mia vita. Potevo comprare altro alcol.
A villan who uncovered the truth for bad, uses lies for good.
The villan who could easily rid of anyone who got in his way, now challenges them head on.
The time villan who used her powers as a last resort, becomes the time hero who is Paris' last resort.
The villan who malfunctions people's relationships, now malfunctions bad guys powers.
Salone arredato in stile barocco, soffitto alto 4 metri, finestroni doppi, chiusi. Le tende tirate. Filtra un po’ di sole da fuori creando quel colore giallino di fine estate, apatico.
John Elkann siede sopra una poltroncina foderata verde, appartenuta al nonno di Napoleone I. Davanti a se lo schermo che manda in tempo reale l'andamento delle borse di tutto il mondo.
Il corpo di Marchionne è ancora caldo e il titolo FCA è crollato paurosamente. Elkann, sospirando, si alza e procede verso la finestra, guardando fuori, in giardino, dove Lapo sta facendo la ruota con la nipote di 8 anni. Lei, ad ogni giro, ride e poi corre e bere del succo di mela, dalla caraffa. Lui, invece, si fa una riga di nascosto.
John sospira, poi i suoi pensieri escono fuori, come se stesse dialogando con qualcuno “Sergio, Sergio, Cristo! A 66 anni non puoi morire come un operaio qualsiasi in catena di montaggio. Il tuo funerale ci sta costando quasi quanto l'acquisto di CR7. Già, Ronaldo. Quello stronzo di Andrea doveva fare lo sborone proprio adesso, non poteva aspettare la prossima stagione, no. Tu muori e lui compra CR7.”
Poi inizia a passeggiare lungo il salone. Fissa il busto di Gianni Agnelli fatto d'orsetti gommosi, opera regalo di Cattelan e, con voce da bambino capriccioso, riprende “ma vedrai che si ripaga da solo con il merchandising, gnegnegne”. Si schiarisce la voce “il merchandising, non sai manco come si scrive, ah cristo Sergio, ma perché sei già morto. Anche a te ha colpito la maledizione degli Agnelli, il posto più pericoloso dove andare a vivere, subito dopo Città del Messico e i Kennedy!”.
Improvviso una pallonata colpisce la grande vetrata, senza romperla. John distrattamente si avvicina di nuovo alla finestra e guarda in giardino. Adesso è Lapo a bere succo di mela dalla caraffa, mentre la nipote pippa delle righe lunghe come un campo di calcio. John sospira “ma che cazzo ci troveranno mai nella cocaina? Niente è più elettrizzante del bip-bip-bip di un titolo in borsa che fluttua, su e giù, senza senso per molti, ma noi invece lo sappiamo come fare, ma poi c'è sempre quel piccolissimo imprevisto, imponderabile, con cui Dio ci ha voluto omaggiare proprio per farci sentire vivi, bip-bip-bip, eccolo, Sergio, tu sei stato quell'imprevvisto, mortaccitua, lo senti questo bip, siamo noi che veniamo fottuti dal mercato e non importa che ti abbia sostituito il prima possibile con quell'altro fesso di manager, i poteri forti ci stanno inculando.”
A quel punto entra Renzi. S'inginocchia e china il capo: “Avevate chiesto di vedermi, mio sire?”. Elkann, senza girarsi “Matteo, li hai pubblicati i tweet che ti ho fatto mandare?” Renzi: “Sì, mio sire!” Elkann: “Hanno funzionato?” Renzi: “Alla grande, mio sire”. Elkann: “Alla grande un cazzo, Matteo. Non se li è inculati nessuno, anzi, t'hanno preso per culo pure i fakebot. Lo sai che tra un paio d'anni ce ne andremo per sempre, vero?” Renzi: “mio sire, avevate promesso di no, cioè, di lasciare almeno un paio di fabbriche in Italia”. Elkann: “per quale motivo, dovrei farlo?” Renzi: “Per avere gli aiuti di stato?” Elkann: “E a voi chi vi aiuta, scusami, non ti seguo?” Renzi: “Noi facciamo buffi, come sempre”. Elkann: “Lo so, coglione. Era una domanda retorica. Sparisci adesso. Ti sei fatto battere pure dal M5S e dalla Lega. Mi chiedo come mai gli altri del PD ti vengano ancora dietro. Ah giusto, glielo abbiamo chiesto noi.” Renzi: “Voi?” Elkann: “Hai mai visto una poltrona per due?”
In quel mentre entra Lapo, fatto di coca e succo di mela.
Elkann: “ahahah, vedi Matteo, abbiamo preso un fallito perfettamente insignificante come Di Maio e lo abbiamo trasformato in un leader carismatico, nonché vicepremier e ministro del Lavoro e allo stesso tempo, abbiamo preso te, un coglione che precedentemente lo avevamo fatto diventare leader della sinistra, nonché premier perché ci annoiavamo, trasformandoti in un insignificante ex-leader della sinistra e che a 40 anni è già caduto in disgrazia.” Renzi: “Ma io ho vinto le elezioni” Lapo (iniziando a fare l'elicottero con il cazzo davanti la sua faccia): “Matteo, ma quanto sei fuori, tu non hai mai vinto un cazzo! John, come facciamo ora a riprenderci questo e rimandare Di Maio a vendere gelati allo stadio?” Elkann: “Io non voglio riprendermi sto deficente qua” Lapo: “Ti vuoi tenere Di Maio al governo?” Elkann: “E tu credi che terrei veramente un bibbitaro a dirigere gli affari di famiglia?” Lapo: “Tu non potresti, vero? Non me lo terrei neanch'io”.
Elkann fa poi cenno a Lapo e Renzi di levarsi dai coglioni. Si rimette seduto a guardare i bip della borsa “Sergio, Sergio. Tu me lo avevi detto, gli esperimenti sociali non servono ad un cazzo.”
El tarot es una práctica adivinatoria, un tipo de cartomancia, la cual es utilizada alrededor del mundo de diversas formas.
La manera en la que se interpreta el tarot es altamente subjetiva y se relaciona mucho con la intuición del tarotista, sin embargo, no se puede pasar por alto que las cartas representan arquetipos, y están llenas de simbología de todo tipo.
Su origen histórico realmente es un misterio, aunque algunos señalan, que el inicio de la practica del tarot se dio en Grecia, Roma, en el Oriente y en la Edad Media. Otros expertos señalan que los arcanos mayores provienen de Egipto, más específicamente del Libro de Thoth.
La mayoría de los expertos opinan que la difusión del tarot en el Occidente y Europa se dio gracias a los gitanos. Para ese entonces, existían varias versiones del tarot, pero la más aceptada fue la baraja Marsellés.
En 1916, Arthur Waite, un miembro del Amanecer Dorado trabajó para dar forma al tarot universal Rider-Waite, el más utilizado en la actualidad.
Que no se apaguen
los deseos que anhela
el corazón...
Que sean luces creadoras
desprendiendo magia
en el aire.
Maru
Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore.
Italo Calvino
(Poi, dipende da come la vita prende noi, da cosa ci fa planare in testa, o che le importi qualcosa di noi)
@scrivoeavoltelanottedormo
Tommy Ingberg
IL GALATEO DEL VAFFANCULO:
Il Vaffanculo è sempre un’occasione di confronto,con il prossimo e soprattutto con sé stessi..ecco a voi il teorema del vaffanculo.
Il Vaffanculo non deve avere timori reverenziali di sorta,il vaffanculo non deve subire il potere perché è libero, anarchico e non teme le gerarchie. Che tu sia un re,un papa o un megadirettore…se a fanculo ti mandano,a fanculo devi andare.
Il Vaffanculo non teme nemmeno la morte:anche quando a morire è una carogna,nel momento in cui passa a miglior vita,anche il peggior bastardo viene chiamato, COMUNQUE ,“Buonanima”.Niente di più ipocrita,perché la morte non santifica e non rende migliori:se meritavi dei vaffanculo da vivo,continuerai a meritarli anche dopo morto.
Il Vaffanculo è per tutte le stagioni della vita:dalla culla alla tomba,un vaffanculo,per qualche motivo,te lo meriti sempre e per sempre…nessuno si senta al sicuro,mai.
Ci sono Vaffanculo che celano amori profondi ed inconfessati….e ci sono “Ti amo” che celano dei Vaffanculo.La tensione erotica che c’è in un vaffanculo detto,anche ridendo,tra un uomo ed una donna vale più di 1000 frasi da baci perugina.
Il Vaffanculo è democratico,è reciproco come un “69”:ricevi quello che dai e dai quello che ricevi.
Infine vi dico che mandare a fanculo qualcuno, e soprattutto sé stessi,signori e signore,è veramente un’arte sopraffina..ed il gioco più raffinato è quello di mandare a fanculo qualcuno,senza che questi nemmeno se ne renda conto…sapeste quanti Vaffanculo,si possono dire con il sorriso ed un’impeccabile savoir –faire..e quelli,amici miei,son i Vaffanculo migliori.”
C. Zanitti
Me at That part in the English version of the new Let’s Go! trailer where it shows Bulbasaur trying to keep up with you on its little legs:
Bruxelles, Belgium 🇧🇪
Fa male, fa male perchè non avevo mai immaginato un giorno senza di te.
E d’improvviso mi ritrovo con una vita senza di te. (Via @piecesofdamon)
Some head-shots for the main Faie boys, trying to figure out how to set them apart as a distinctive race without falling too far into same-face syndrome.
Bonus older Alec for how a Ya’shel might compare (ignore the hands Seregil was originally behind him but I didn’t like the way he looked)