Dico di star bene anche se non è vero . . .
Dico di star bene anche se non è vero, perché non voglio far pesare troppo agli altri i miei problemi.
彡🖇️彡┆❝ᴛᴜᴛᴛᴏ ǫᴜᴇsᴛᴏ ɴᴏɴ ᴄᴀᴍʙɪᴇʀᴀ̀ ᴍᴀɪ...ɴᴏɴ ᴘᴏᴛʀᴀ̀ ᴍᴀɪ ᴍɪɢʟɪᴏʀᴀʀᴇ ᴇ ᴅᴏᴠʀᴏ̀ sᴏғғʀɪʀᴇ ᴘᴇʀ sᴇᴍᴘʀᴇ...➷❞
-sʜʏɴ 🔭
彡🖇️彡┆❝ᴀ ǫᴜᴇʟʟᴇ ᴘᴇʀsᴏɴᴇ ᴄʜᴇ ᴅɪᴄᴏɴᴏ:ᴄɪ sᴀʀᴀ̀ ғɪɴᴇ ᴀʟ ᴛᴜᴏ ᴅᴏʟᴏʀᴇ,ᴛᴜᴛᴛᴏ ʙᴇɴᴇ!...sɪ sʙᴀɢʟɪᴀɴᴏ,ɴᴏɴ ᴄ'ᴇ̀ ғɪɴᴇ ᴀʟ ᴘᴇɢɢɪᴏ... ➷❞
-sʜʏɴ 🔭
Non faccio altro che pensare al mio suicidio, è assurdo, ci penso costantemente, lo voglio, mi serve, ne ho bisogno, il tempo passa e io mi convinco sempre di più. Ho già programmato tutto, fa paura, non vorrei ma so che è l’unica soluzione per me in questo momento. Non ce la faccio ad aspettare, grido aiuto ma nessuno mi sente. Ieri sono scoppiata a piangere davanti a mia madre e nulla, non mi ha detto niente. Prendo in continuazione i calmanti per zittire questi pensieri, ma tornano. Cazzo tornano appena svanisce l’effetto e la voglia di farmi male aumenta. Ho sbagliato tutto, non riesco a reggere una vita così, è troppo. Vorrei addormentarmi e non svegliarmi più. Poi sono nervosissima e mi arrabbio con chiunque. Ma è impossibile dai, nessuno qua a casa si accorge di come sto? No perché ieri sera ho bevuto e preso i farmaci e sono collassata, ma bho sono praticamente invisibile. Vado in giro con la felpa e ci sono 30 gradi oggi, siamo a giugno ma qua bho nessuno sospetta nulla o mi chiede “tutto okay?”. Nessuno mi capisce, odio tutto questo. Ho avuto una terribile ricaduta depressiva, sono due settimane che mi sento morta, senza forze, zero energia, alzarmi dal letto è un’impresa. Poi mangio troppo, quando mi parte il senso di vuoto inizio a mangiare qualsiasi cosa. Il risultato? Dopo sto peggio di prima. Sbalzi d’umore quelli sì ci sono, ma ultimamente ho pochi momenti di euforia, ho quasi sempre crisi suicide che terminano in alcol-tagli-xanax. Sono disperata. Le persone ormai le sto allontanando tutte, lo faccio per protezione ma così mi isolo e la solitudine mi devasta. Non so cosa devo fare, non so cosa sia giusto fare, non so cosa sia meglio fare. Ho solo un’immensa voglia di uccidermi. Sono al limite.
Fanno bene ad insultarmi.
Sono inutile 𝙚 𝙙𝙚𝙫𝙤 𝙢𝙤𝙧𝙞𝙧𝙚 . .
Ho chiuso la porta del bagno a chive. Il mio cuore è vetro: ad ogni battito si incrina, e so che presto andrà in frantumi. Mi fa male il petto. Così tanto male da non riuscire a respirare. Da vedere tutto sfocato. I miei occhi sono diventati pozzanghere e la luce giallastra delle lampadine sullo specchio li fa tremolare. Mi appoggio al lavandino di peso, come se dovessi vomitare. Le mie mani stringono il bordo con talmente tanta forza da sbiancare le nocche e indolenzire i palmi.
Tutto ciò che riesco a masticare fra i denti è “perché?”. Si, perché io? Cosa c’è che non va in me?
Le lacrime bollenti mi scavano le guance, congiungendosi al mento e cadono chiazzando la porcellana bianca del lavandino.
Non è sempre stato così, sapete? Un tempo anche io avevo delle amiche. Avevo qualcuno che mi voleva bene e con cui mi sentivo a casa. Che mi telefonava il venerdì sera e con cui uscivo il sabato pomeriggio. Un tempo anche io ricevevo gli auguri, il giorno del mio compleanno. Anch’io ricevevo gli inviti per andare alle feste, al cinema, alle pizzate. Non sedevo mai sola sul bus, o in classe. Anche io avevo una galleria di foto in cui i miei sorrisi erano sinceri, e la maggior parte erano mosse perché mentre le scattavo non riuscivo a smettere di ridere.
E poi cosa è successo?
Scrollo la testa. È sul punto di scoppiare. Le tempie mi pulsano e il mio stomaco continua ad attorcigliarsi in un nodo sempre più stretto.
Non ho idea di come sia finita completamente sola. Ma è successo. E quando si è soli, si è deboli, si è più vulnerabili. Nessuno crede in noi, o si preoccupa per noi. E quindi nessuno ci difende o ci protegge, se qualcuno ci fa del male. Ed è esattamente ciò che sta succedendo a me, da troppo tempo.
Ogni giorno è una guerra che io puntualmente perdo. Si, sto parlando proprio di voi. So che voi leggerete questa lettera, siete sempre super informati su di me, sbaglio?
Vi ricordate come iniziaste? Io si, mi guardavate di sottecchi e parlottavate a bassa voce tra voi, quando mi vedavate arrivare alla fermata del bus, e il veleno nella vostra bocca ve la contorceva in un ghigno orribile. Poi siete passati alle spinte, alle scenate, ad attirare l’attenzione per avere un pubblico da intrattenere, mentre mi deridevate.
Vorrei togliermi una curiosità, come diavolo fate ad avere un cuore così duro, da non essere in grado di provare alcuna pietà?
So benissimo di avere tanti difetti, ovunque. Difetti che per quanto ci provo non riesco mai a nascondere del tutto. Ma voi li puntavate uno ad uno, degradandoli e deturpandoli ulteriormente, e la vostra voce diventava cosi appuntita da provocarmi un dolore fisico, viscerale. Voi non siete in grado di provare quel delicato sentimento che è l’amore, altrimenti non avreste mai creato una pagina Instagram in cui caricare tutte le foto che mi fate di nascosto, con commenti osceni e insulti raccapriccianti.
Mi avete sempre chiamato troia, ma io non ho mai dato nemmeno il primo bacio. Mi avete sempre chiamato grassa, cicciona, e mi fotografavate le cosce per dimostrarmelo. Ma io non mangiavo quasi niente da settimane. Avete sempre detto che i miei occhi erano tristi e sbiaditi, come un vecchio tappeto impolverato, e che tutto ciò che si poteva provare incrociando il mio sguardo sarebbe stato sempre e solo schifo. Ma io portavo i capelli sciolti sul volto per nasconderli.
Avete sempre detto così tante cose su di me. Ma io non ho mai trovato il coraggio di denunciarvi, di andare dalla polizia e fare i vostri nomi, perché ho sempre avuto paura delle conseguenze. Ho sempre temuto che vi sareste vendicati e mi avreste fatto del male. E una parte di me era convinta di meritarsi il vostro odio, la vostra rabbia, perché era un pallido riflesso della mia, di rabbia, di odio. Mi odio per aver allontanato le persone a cui volevo bene, per aver rovinato tante amicizie e non aver lottato per le cose a cui tenevo. E mai, questo, potrò perdonarmelo. Ma ora so che quello che io nutro nei miei confronti non può giustificare o attenuare in alcun modo le vostre becere azioni.
È stato ciò che è accaduto oggi, ad avermi dato la spinta di fare ciò che sto per fare. Perché queste situazioni, per quanto ci si possa illudere di resistere alle pressioni psicologiche, e fino all'ultimo si cerchi di restare aggrappati alla propria vita, persino coi denti, con le unghie, con ogni briciolo di forza che è rimasta in corpo, arriverà sempre, sempre, un punto in cui ci spezzeremo in un modo che, non importa quanto amore potremo ricevere in futuro, non ci aggiusteremo più. E resteremo spezzati per sempre.
Sapete benissimo a cosa mi riferisco.
Ma nonostante tutto, non voglio che la mia morte sia inutile e invisibile come lo è stata la mia vita.
Motivo per cui questa lettera la pubblicherò online, così che tutti possano leggere e conoscere che cosa si prova a subire bullismo. Quanto le vittime si sentano inermi, paralizzate, sfinite. Quanto si sentano svuotate, costrette a non provare più nulla, perché se vivessero ogni orribile emozione che i bulli gli infliggono, finirebbero per impazzire, strappandosi la pelle con le loro stesse mani, e i capelli, e gli occhi, demolendosi pezzo per pezzo, perché non c’è nulla che vada bene in loro, è tutto da buttare, tutto da cancellare e dimenticare.
Per me è davvero troppo tardi, e non mi è rimasto più nessuno. O forse non ho più voglia di combattere. Probabilmente entrambi. Mi sento abbandonata persino dai miei genitori, che così presi dal lavoro e dai loro, di problemi, non si sono resi conto dei miei. Tentai di accennare qualcosa, e mi risposero che “ero abbastanza grande da poter risolvere i miei problemi da sola”, che loro non mi hanno insegnato a essere in balia degli altri, e ad affrontare le cose di petto.
Sinceramente, credo non si sia mai abbastanza grandi per risolvere il bullismo da soli. Perché va sconfitto assieme, a gruppo, a squadra.
Prendo la lametta. La stringo fra l’indice e il pollice fino a ferirmi, fino a tracciamo una sottile linea rossa. Sembra disegnata con la penna. È fredda e dura.
Con la mia morte non voglio dire che il bullismo mi ha schiacciata e sconfitto. Perché non mi sto rivolgendo ai bulli. Mi sto rivolgendo a tutti gli altri, che sono sempre rimasti fermi, e si sono voltato dalla parte opposta. Mi sto rivolgendo agli insegnanti che non lo vogliono trattare a scuola perché “non sanno come spiegarlo” e non ci provano nemmeno. Mi sto rivolgendo a chi mi ha lasciato a terra dopo che mi avevano pestato. A chi segue quella pagina di mie foto senza nemmeno conoscermi. A chi ride alle loro battute mentre io piango. Voi, voi mi avete uccisa. Il mio sangue è colpa vostra.
Ps. ai cari bulli. Vi auguro davvero che i vostri figli non subiscano mai ciò che voi avete fatto passare a me: non riuscireste mai più a convivere con voi stessi.
-Alessia Alpi, scritta da me.
Volevoimparareavolare on tumblr
Depressione è:
quando ti dicono “vedrai che presto finirà” e tu pensi subito alla tua vita che finisce e non al brutto periodo che stai passando.
- 𝗜𝗼* 𝗮𝗱𝗲𝘀𝘀𝗼 :: 𝘙𝘪𝘥𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘨𝘦𝘳𝘦 !! 😬
*sʜʏɴ 🔭
... 🖇️🖤
"Non sapevo che stessi così male, perché non me lo hai detto? Perché non mi hai chiamato, non mi hai chiesto di uscire o di venire da te, non mi hai detto che avevi bisogno di aiuto?"
"Perché non è così facile tirare fuori il dolore che hai dentro, non è facile parlarne, ammettere che sei debole".
"Quindi nessuno ha mai saputo fino ad ora di tutto questo tuo profondo dolore?"
"No, qualcuno lo ha saputo..."
"Chi?"
"Chi guardandomi si è accorto che i miei occhi erano spenti, chi osservandomi ha visto che non sorridevo quasi più, chi è riuscito a interpretare i miei lunghi silenzi, i miei sguardi caduti nel vuoto, i miei pugni stretti sulle ginocchia. Chi mi ha abbracciato e ha pianto con me senza domandarmi nulla. A volte non hai alcun bisogno di chiedere aiuto, di dire apertamente che non stai bene, perché ci sono persone che sanno che stai male senza che tu debba dire niente".
— Sabrina Ferri
- ( 🛹 )
𝘕𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢 𝘯𝘰𝘳𝘮𝘢𝘭𝘦,𝘭𝘰 𝘴𝘰.𝘚𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘥𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪,𝘧𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘰̀ 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘯𝘰.𝘘𝘶𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘰 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘥𝘪𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘢𝘻𝘻𝘰...𝘕𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘮𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘴𝘤𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦.𝘗𝘦𝘯𝘴𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘳𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰,𝘮𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦.𝘗𝘦𝘯𝘴𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦̀ 𝘮𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘪̀...𝘔𝘢 𝘪𝘯 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘵𝘢̀ 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘭𝘰 𝘴𝘢..𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘩𝘰 𝘥𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘦 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦.𝘝𝘰𝘳𝘳𝘦𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘴𝘴𝘦 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘪 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦.
𝘗𝘦𝘯𝘴𝘰 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘪 𝘮𝘰𝘳𝘪𝘳𝘦.𝘚𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘦𝘴𝘰 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘱𝘢𝘳𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪.𝘔𝘪 𝘰𝘥𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰...𝘝𝘰𝘳𝘳𝘦𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪𝘯𝘰 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘦..
𝘔𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦̀ 𝘮𝘪 𝘪𝘭𝘭𝘶𝘥𝘰 ??𝘎𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘷𝘰𝘨𝘭𝘪𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘶𝘰𝘪𝘢 𝘦𝘥 𝘦̀ 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘰̀.𝘕𝘰𝘯 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦𝘳𝘰̀ 𝘢 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰,𝘯𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘰.
𝘐𝘦𝘳𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘷𝘰 𝘤𝘢𝘥𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘣𝘢𝘭𝘤𝘰𝘯𝘦.𝘕𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘮𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘢 𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘮𝘪 𝘥𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦.𝘐𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘷𝘰𝘭𝘦𝘷𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘮𝘰𝘳𝘪𝘳𝘦 𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘪𝘳𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘰𝘧𝘧𝘦𝘳𝘦𝘯𝘻𝘢.𝘗𝘶𝘳𝘵𝘳𝘰𝘱𝘱𝘰 ,𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘢𝘥𝘶𝘵𝘰.𝘕𝘰𝘯 𝘴𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦.𝘓𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘴𝘪𝘮𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢,𝘮𝘪 𝘣𝘶𝘵𝘵𝘦𝘳𝘰̀ 𝘪𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘣𝘢𝘭𝘤𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘮𝘪 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘦𝘳𝘰̀ 𝘤𝘢𝘥𝘦𝘳𝘦...
𝘕𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯 𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘷𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦.𝘕𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘧𝘢 𝘴𝘤𝘩𝘪𝘧𝘰.𝘓𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘧𝘢 𝘴𝘤𝘩𝘪𝘧𝘰 𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘰.𝘔𝘪 𝘰𝘥𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘦 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘤𝘪 𝘴𝘢𝘳𝘢̀ 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘦 𝘢 𝘥𝘪𝘳𝘮𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘷𝘦𝘳𝘰,𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘰𝘭𝘷𝘦...𝘕𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘰𝘭𝘷𝘦𝘳𝘢̀..
𝘈 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘮𝘦 𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘭𝘰 𝘴𝘰 𝘣𝘦𝘯𝘦.𝘓𝘰 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘴𝘤𝘰 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘣𝘦𝘯𝘦..𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘪 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘯𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦̀ 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘦𝘵𝘵𝘦,𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦̀ 𝘧𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘰𝘥𝘰.𝘕𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘦̀ 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘮𝘦,𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘮𝘪 𝘷𝘶𝘰𝘭𝘦 𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘣𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘵𝘰.
𝘚𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘣𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘵𝘰,𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘶𝘯 𝘦𝘳𝘳𝘰𝘳𝘦..𝘕𝘰𝘯 𝘴𝘢𝘳𝘦𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘶𝘵𝘰 𝘯𝘢𝘴𝘤𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘥𝘦𝘷𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘮𝘰𝘳𝘪𝘳𝘦.𝘔𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘥𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪.𝘕𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘳𝘦..𝘕𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘤𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘦𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦.
𝘛𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘮𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘯 𝘨𝘪𝘳𝘰,𝘮𝘪 𝘪𝘯𝘴𝘶𝘭𝘵𝘢𝘯𝘰..𝘐 𝘮𝘪𝘦𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘰.𝘐𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘰.𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘶𝘯 𝘰𝘨𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰,𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘵𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘩𝘪 𝘴𝘪 𝘢𝘯𝘯𝘰𝘪𝘢..
𝘔𝘰𝘳𝘪𝘳𝘰̀ 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘵𝘰...
『🥛』┆❝ 𝘔𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘦 𝘪𝘯𝘶𝘵𝘪𝘭𝘦 (𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦).𝘝𝘰𝘳𝘳𝘦𝘪 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘰 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘯𝘵𝘰,𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘪 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘴𝘱𝘦𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦 ❞
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『🖇️ 』┆❝ 𝗩𝗼𝗿𝗿𝗲𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗼 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘀𝗼𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 ❞
::*/sᴘᴏɪʟᴇʀ:ᴜɴᴀ ᴘᴇʀsᴏɴᴀ ᴄᴏsɪ̀ ɴᴏɴ ᴇsɪsᴛᴇʀᴀ̀ ᴍᴀɪ ɴᴇʟʟᴀ ᴍɪᴀ ᴠɪᴛᴀ...
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- 𝙡𝙤𝙣𝙚𝙡𝙮 𝙛𝙤𝙧𝙚𝙫𝙚𝙧 🖇️🖤
Trova qualcuno che ti apprezza anche nei momenti in cui ti odi di più.
Charlotte Nsingi