8 Agosto || In Principio Era: “Vabbe’ Devo Appuntarmi Queste Cose…”

8 agosto || in principio era: “Vabbe’ devo appuntarmi queste cose…”

È legger-mente sconfortante riconoscere, solo al 5 anno di università, che la parte più interessante del mestiere dell’antropologo non sta soltanto nello studio del pensiero di X, Y, Z, ma nel relazionarsi e nel confrontarsi diretta-mente con l’oggetto di studio, cioè con le persone. Le interviste qualitative, che sto realizzando, mi fanno comprendere l’importanza di non tralasciare che, al di là delle teorie, ci sono gli esseri umani in carne ossa.

Quando intervisto — che parolaccia —, quando chiacchiero con i miei “informatori” ho accesso ad un qualcosa — non so come definirlo — che difficilmente trovo nei libri (e credo che non lo troverò mai).

In questi momenti provo sempre qualcosa di diverso, di unico e di irripetibile. Credo che sia un’esperienza

d e s t a b i l i z z a n t e,

che non vorrei declinare  attraverso l’opposizione “positivo/negativo”. Quest’esperienza ha degli elementi, almeno così ho rintracciato, in cui mai nessuno la pensa, davvero, come te. Ciascuno è un universo a sé, vive la società, gli stimoli, l’intera realtà in maniera totalmente inedita, diversa. Anche se a volte mi sembra che tutti i pensieri e le persone si muovano uniforme-mente, realizzo che non è così. E così mi lascio trasportare da ciò che il mio interlocutore decide di raccontami, anziché seguire, tendenziosa-mente, la mia linea di pensiero… È arduo, certamente! Cogliere però il punto di vista dell'altro, documentarlo, ascoltarlo è un passo necessario per capire cosa siano questi problemi del e nel sociale.

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3 years ago

Gente che usa termini del gerco antropologico in maniera decisamente poco consona >

Nessuno

Proprio nessuno

Io:

Gente Che Usa Termini Del Gerco Antropologico In Maniera Decisamente Poco Consona >

apriti un manuale, fratellí.

...solo io "sclero" a vuoto?


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3 years ago
appuntidicampo - appunti di campo
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Let me know if I’ve got a chance of ever finding true romance. Let me know how long I’ll wait to meet the guy who’ll share my fate

Masculin, féminin (1966) Jean-Luc Godard

4 years ago

Ultimamente sto avendo un’ossessione per la produzione cinematografica del secolo scorso, in particolare quella dell’annata di fine anni ’50 e ’70. Non c’è ancora un genere che prediligo, ma so per certo che il mio interesse è catturato dal cinema d’autore.

Bene.

Di recente ho visto Noi donne siamo fatte così del 1971 di Dino Risi. La pellicola è organizzata in 12 episodi, nei quali vengono narrate storie di donne. Il film ha l’obiettivo di raccontare il mondo femminile, ma fallisce in quanto i dodici racconti sono pensati da autori e non da autrici. Non lo scrivo perché sono una ragazza, ma per il semplice fatto che vengono proposti ideali e situazioni della donna tipica. Appunto t i p i c a.

È un film che però non voglio demonizzare. Ha spunti interessanti sulla società italiana di quegli anni. Nello specifico mi ha suscitato interesse l'episodio di Alberta.

Alberta è una donna siciliana colta, di famiglia benestante e che viaggia per il mondo per approfondire i suoi studi sociologi e antropologici. In compagnia del marito Ferdinando organizza dei «seminari intellettuali». In un incontro si discute sull’amore libero, sul concubinato. Alberta e Ferdinando accolgono l’idea di un amore senza etichette, infatti è emblematica la posizione di lei : «il mio principio è il rifiuto dei principi».

Ultimamente Sto Avendo Un’ossessione Per La Produzione Cinematografica Del Secolo Scorso, In Particolare

Mi ha colpito poi un altro pensiero.

Alberta canzona simpaticamente il suo amico avvocato, poiché quest’ultimo critica l’amore libero: «siamo per il progresso tuttavia, siamo per la libertà tuttavia. Ravanelli siamo Avvocato. Rossi di fuori, bianchi di dentro». Le sue parole sono un chiaro rimando all’ipocrisia borghese, che fingeva spregiudicatezza, ma in fondo era conformista.

Ultimamente Sto Avendo Un’ossessione Per La Produzione Cinematografica Del Secolo Scorso, In Particolare

Guardando al presente, penso che questa frase sia ancora di estrema attualità. Nel mio contesto culturale infatti noto che si è un tuttuno con il progresso e con gli ideali riformisti ma che poi non si materializzano. Forse perché é ancora latente l’influenza religiosa e degli ideali conservatori, che si pensano in un passato lontano. Certo siamo nel 2021, nella società della spregiudicatezza e dell’apertura, nonostante ció c’è ancora qualcosa che si ingrippa... mi chiedo dove stia il mal funzionamento e se lo si dovesse trovare come approcciarsi?

3 years ago

Umani, troppo umani.

Sono arrivata alla seguente conclusione: tumblr è il social più umano su cui sono stata.

Sí lo so, vi ho rotto giá nel post precedente con la riflessione antropologia, tumblr e umani. Abbondare è sempre meglio, cit.

Dicevo.

Tumblr è il social che ti induce inevitabilmente ad "affezionarti" al mondo interiore delle persone: i racconti del quotidiano, le piccole o grandi sfide, i progetti futuri, le raccolte di pensieri... Si va a definire un setting e un'atmosfera così intima e personale, da non essere disturbata o violata...

vabbè la smetto con queste riflessioni da scrittrice squattrinata.

Vorrei, invece, aprirmi ad una riflessione, se me lo concedi. Per te: cosa significa condividere un post?

giuro che non sto facendo ricerche di mercato per conto di tumblr per migliorare servizi 💔. La mia è solo deformazione professionale h 24.

4 years ago

4.06.2021

Relazionandomi con l’altro e di conseguenza, relazionandomi anche con me stessa, sto arrivando ad una considerazione. È importante da riconoscere, sempre, a se stessi e agli altri «cosa si vuole». Perché il resto è un inutile e malsano tentativo di farneticazione ego-orientata.


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6 years ago

13.10.2018

E’ molto ricorrente che in alcuni momenti si senta l’esigenza di staccare e interrompere i rapporti con la società di partenza. Una società che ti può dare soddisfazioni, ma anche negazioni, everybody needs to take a rest (sometimes)


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3 years ago
                   ||  Keep It In Case Of An Emergency ||

                   ||  keep it in case of an emergency ||

3 years ago
appuntidicampo - appunti di campo
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Francesco Rosi, Cristo si è fermato a Eboli (1979)

Per i contadini, lo Stato è più lontano del cielo, e più maligno, perché sta sempre dall'altra parte. Non importa quali siano le sue formule politiche, la sua struttura, i suoi programmi. I contadini non li capiscono, perché è un altro linguaggio dal loro, e non c'è davvero nessuna ragione perché li vogliano capire. La sola possibile difesa, contro lo Stato e contro la propaganda, è la rassegnazione, la stessa cupa rassegnazione, senza speranza di paradiso, che curva le loro schiene sotto i mali della natura.

Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli

3 years ago
[Questa Scena è Tratta Dal Film Lucky Luciano Del 1973 Diretto Da Francesco Rosi. Segue Il Dialogo Tra
[Questa Scena è Tratta Dal Film Lucky Luciano Del 1973 Diretto Da Francesco Rosi. Segue Il Dialogo Tra

[Questa scena è tratta dal film Lucky Luciano del 1973 diretto da Francesco Rosi. Segue il dialogo tra Salvatore Lucania, detto Lucky Luciano boss della mafia italo-americana del secolo scorso, e il capitano:]

Il capitano: Con me puoi parlare. Ho le mie idee su di te. E sono diverse da quelle di Siragusa. Ti conviene.

Lucky Luciano: A te ti conviene. Per fare carriera. A te e a Anslinger. A Siragusa. Ai generali. A un capo della polizia. E alla politica conviene. Per distrarre la gente che non sa nente e non capirà mai niente. Alla politica quando le fa comodo, servono pure i delinquenti e – comu diciti - i mafiusi. Mi dispiace non ti posso servire.

2 years ago
Pietro: Non Essere Scema. Eri Sola, è Vero, Senza Soldi, Senza Lavoro, E Ti Disperavi, Ma A Me Non Facevi
Pietro: Non Essere Scema. Eri Sola, è Vero, Senza Soldi, Senza Lavoro, E Ti Disperavi, Ma A Me Non Facevi

Pietro: Non essere scema. Eri sola, è vero, senza soldi, senza lavoro, e ti disperavi, ma a me non facevi pietà. Io non ho mai sentito, guardandoti, nessuna pietà. Ho sempre sentito, guardandoti, una grande allegria. E non ti ho sposato perché mi facevi pietà. Del resto, se uno dovesse sposare tutte le donne che gli fanno pietà, starebbe fresco. Metterebbe su un harem.

Giuliana: Già. Questo è vero. E perché mi hai sposato, se non mi hai sposato per pietà?

Pietro: Ti ho sposato per allegria. Non lo sai, che ti ho sposato per allegria? Ma sì. Lo sai benissimo.

Giuliana: Mi hai sposato perché ti divertivi con me, e invece ti annoiavi con tua madre, tua sorella, e la zia Filippa?

Pietro: Mi annoiavo a morte.

Giuliana: Lo credo, povero Pietro!

Pietro: Adesso sei tu che hai pietà di me?

Giuliana: Però non è che dovevi stare sempre con loro? Andavi in giro, viaggiavi, avevi ragazze?

Pietro: Certo. Viaggiavo, andavo in giro, e avevo ragazze.

Giuliana: Ragazze noiose.

Pietro: Ragazze.

Giuliana: E io? Io perché ti ho sposato?

Pietro: Per i soldi?

Giuliana: Anche per i soldi.

Pietro: Credo che uno si sposa sempre per una ragione sola [...] ed è quella che importa.

Giuliana: Allora io non l’ho ancora ben capita questa ragione, per me.

Pietro: Non mi hai detto: Sposami, sennò chi mi sposa?

Giuliana: Sì, e be’?

Pietro: Be’, non era questa la ragione? Che volevi avere un marito? Comunque fosse? Chiunque?

Giuliana: Chiunque. Sì.

(Ti ho sposato per allegria, 1967)


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  • lanavetro
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|lo sguardo di un'aspirante antropologa sul mondo|

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