𝘌 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 . . .
a volte mi ricordo che generalmente le persone non pensano ogni giorno a suicidarsi e questa cosa mi fa davvero strano, tipo ehi ma seriamente? per me è tutto così normale che ha smesso di fare paura o preoccuparmi già da parecchio tempo
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A quel punto credo di aver pianto. Solo che invece di rigarmi il viso, le lacrime restarono dentro e si accumularono nel petto fino a farmi male.
Banana Yoshimoto
Mamma, la mia depressione è un mostro: un giorno è piccola quanto una formica nel palmo di un orso, il giorno dopo è l’orso, in quei momenti mi sento morta finché l’orso va via e mi lascia da sola. Chiamo i giorni difficili “giorni bui”. Mamma dice “allora prova ad accendere qualche candela”, ma appena vedo una candela penso solamente a quanto sarebbe bello buttarmi sulla fiamma e prendere fuoco. I cimiteri sono pieni di candele. Inoltre non ho paura del buio… ed è proprio questo una parte del problema. Mamma dice “pensavo che il problema fosse che non riesci ad alzarti dal letto”. Ed è così, è vero. Ci sono mattine in cui non ci riesco. Mi mancano le forze, qualcuno ha staccato la corrente, non ho energia, l’ansia mi stringe forte e mi tiene inchiodata lì, prigioniera della mia stessa casa, prigioniera di me stessa. Mamma dice “da dove viene quest’ansia?” . L’ansia è la cugina lontana che viene ogni tanto in città e, ovviamente, la depressione si sente obbligata ad invitarla alla festa. Mamma, la festa sono io. Mamma dice “perché non provi realmente ad andare a qualche festa?”. Certo, io faccio sempre programmi per la serata, ma non voglio andarci. Faccio programmi perché so che dovrei andarci, lo so, qualche volta mi viene voglia di uscire davvero… il fatto è che non è molto divertente divertirsi quando non hai per niente voglia di divertirti. “Ma così incontri i tuoi amici” mamma dice. Amici? Quali amici? Come faccio a farmi degli amici se appena incontro una persona nuova penso che non mi devo affezionare, perché tanto se ne andrà via e io rimarrò delusa. La cosa ridicola è che alla fine mi ci affeziono davvero, ne divento dipendente e diventa tutto un casino. Non riesco a percepire l’amore, non sento i sentimenti degli altri, non ci riesco. Mi vuoi bene? Sì, lo so, la mia mente oggettivamente lo sa, ma non è quello che mi arriva dentro. Mamma dice “sei solo un po’ paranoica, non hai ancora trovato le persone giuste”. Sì, sì lo sono! Sono paranoica nelle relazioni, vivo con la paura costante di essere abbandonata e nella mia testa c’è solo “non ci tiene a te” “non ci tiene a te”. Quindi allontano tutti, ma vorrei qualcuno al mio fianco, ho bisogno di affetto, ma tengo lontano tutti perché non voglio soffrire ancora. Mamma dice “esageri, sei drammatica, è normale avere il cuore spezzato alla tua età”. Mamma, non c’è nulla di normale in me. Non c’è nulla di sano, di bello, sono solo un enorme disastro. Non esagero, sembro drammatica perché quello che provo è cento volte superiore a quello che provi tu o gli altri. Ho un amplificatore addosso, è tutto di più, tutto troppo e io non lo so gestire. Ogni cosa mi ferisce, i dettagli mi spezzano, vivo dentro a un tornado di emozioni che mi sconvolgono e mi sbattono al muro ogni volta. Mamma dice “devi stare tranquilla”. Mi calmo solo se mi riempio di xanax, lui ormai è l’unica cosa vera. Va molto d’accordo con la vodka, a volte li prendo insieme e diventa tutto più leggero. Si spegne la mente e per un po’ mi vedo sorridente finché collasso nel letto e qua tutto ricomincia. Sai, mamma, ogni notte l’insonnia mi trascina tra le sue braccia e rimango immobile con lei a fissare il soffitto. Mamma dice “prova a contare le pecore oppure disegna”, ma la mia mente riesce solo a contare tutti gli sbagli che ho commesso e i motivi per cui dovrei morire al più presto. I pensieri si moltiplicano e diventano un oceano in tempesta in cui però non posso annegare, io sono lì in mezzo in balia delle onde che mi fanno bruciare gli occhi. E gli unici disegni che faccio sono sulla mia pelle, in rosso, usando la lametta come matita. Piango, vorrei essere felice. Mamma dice “la felicità è una scelta”. ma non ho mai scelto di cadere così in fondo, non ho deciso io di vivere nell’inferno sulla terra. Non sorrido più, non rido più, il dolore fa parte della mia routine. La felicità? Non la immagino neanche. Sai cos’altro non riesco ad immaginare mamma? Me stessa. Non so chi sono, non so cosa voglio fare, sono persa in un oblio senza fine. Faccio un passo, sprofondo nel vuoto. Mamma dice “basta riempire quel vuoto”. C’è un mucchio di ossa, della pelle rovinata, un cuore che purtroppo batte ancora… nient’altro. Il vuoto è intorno a me e dentro di me. Mi chiedo sono viva? Questo è disumano e io sono sola. A volte provo a riempire quel vuoto con il cibo, mangio e mangio, sto meglio ma è un’illusione. Dopo il vomito mi corrode lo stomaco, vuole uscire fuori a tutti i costi e io non lo trattengo.
Così un giorno mamma mi ha detto “vuoi suicidarti? Non hai paura di morire?”
Mamma non aveva capito, mamma ancora non ha capito. Mi ricordo quando ho aperto gli occhi nella sala emergenze del pronto soccorso, i polsi fasciati, le flebo al braccio, il “bip bip”, le telecamere, il sangue ovunque sul lettino.
Mamma mi ricordo ancora le tue urla, hai visto le mie cicatrici, hai gridato “sei un mostro, non sei mia figlia”.
... 🖇️🖤
"Non sapevo che stessi così male, perché non me lo hai detto? Perché non mi hai chiamato, non mi hai chiesto di uscire o di venire da te, non mi hai detto che avevi bisogno di aiuto?"
"Perché non è così facile tirare fuori il dolore che hai dentro, non è facile parlarne, ammettere che sei debole".
"Quindi nessuno ha mai saputo fino ad ora di tutto questo tuo profondo dolore?"
"No, qualcuno lo ha saputo..."
"Chi?"
"Chi guardandomi si è accorto che i miei occhi erano spenti, chi osservandomi ha visto che non sorridevo quasi più, chi è riuscito a interpretare i miei lunghi silenzi, i miei sguardi caduti nel vuoto, i miei pugni stretti sulle ginocchia. Chi mi ha abbracciato e ha pianto con me senza domandarmi nulla. A volte non hai alcun bisogno di chiedere aiuto, di dire apertamente che non stai bene, perché ci sono persone che sanno che stai male senza che tu debba dire niente".
— Sabrina Ferri
E poi ho pensato: la conclusione di tutto questo è che non capisco. Ecco perché le parole non dicono quello che io voglio che dicano. Perché io stesso non capisco.
- @ilragazzoluna
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When it's time, just let me die..I'm so tired of this life
i feel u
Dico di star bene anche se non è vero . . .
Dico di star bene anche se non è vero, perché non voglio far pesare troppo agli altri i miei problemi.
- 𝗜𝗼* 𝗮𝗱𝗲𝘀𝘀𝗼 :: 𝘙𝘪𝘥𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘨𝘦𝘳𝘦 !! 😬
*sʜʏɴ 🔭
La mia vita sarà sempre e solo dolore..Perchè andare avanti?Io non ne vedo il motivo.Sono stanco di dover soffrire ogni giorno..Sono inutile e merito tutti gli insulti che ricevo..
Non ce la faccio più,non sono mai abbastanza per niente e nessuno.
Se morissi farei solo un grande favore a tutti..
A nessuno importa di me,non sono mai importato e sarà sempre così..
“Questa lettera è per te. Si, proprio te che stai leggendo. A te che stai attraversando un periodo buio. Te che vai a letto con la paura di addormentarti, perché quando ti risveglierai sarà già un altro giorno. Un'altra battaglia. E sei stanco. A te che rimani sveglio a guardare il soffitto e pensi. Pensi a tante, troppe cose, finché non inizia a farti male la testa. A te che hai così tanta ansia per ciò che deve accadere che ti senti soffocare. Che non ti riesci ad alzare. A te che nascondi le tue lacrime nei palmi delle mani, dietro le ciocche di capelli, sul cuscino. A te che ti alzi ogni giorno con un sorriso più triste del giorno prima. Ma nonostante questo ti alzi. Affronti la giornata. Resisti. A te che se qualcuno ti guarda, anche per sbaglio, abbassi lo sguardo e ti si colorano di rosso le guance. A te che ti senti inferiore. Te che dai il meglio, e non risulta abbastanza. Non è mai abbastanza. A te che fra tutti, ti senti il più debole. Che non riesci mai a brillare come gli altri. Che rimani sempre indietro. In disparte. A te che ti insultano perché non ti capiscono. Ti criticano anche se non ti conoscono. A te che resisti a colpi su colpi, parole cariche di veleno e sguardi taglienti. Ecco, proprio te. Devi sapere che non sarà sempre così, perché il tempo passa e le cose cambiano. Devi sapere che queste torture non dureranno per sempre. Non c'è solo il buio, esiste anche la luce. Devi sapere che sei abbastanza forte per superare tutte queste sfide. Tumblr puoi per farcela, puoi riuscirci. E ci riuscirai. Non c'è bisogno che ti dica come le sconfiggerai, ma ti prometto che vincerai. Devi sapere che anche tu, un giorno, ti stenderai sul letto, col cuore più leggero. Appoggerai la testa sul cuscino, e ti sentirai bene, giusto. Guarderai la tua stanza e non ti sembrerà così spaventosa come la sera precedente. E poi ti sposterai i capelli dal volto, e ti renderai conto che le tue guance non sono rigate di lacrime. E inizierai a provare qualcosa di più della felicità; sollievo. Ti alzerai, spalancherai le finestre e ti renderai conto di quanto sia bello quel cielo stellato, e la luna illuminerà i tuoi lineamenti, le tue labbra, il contorno del tuo corpo. E il vento t'accarezzerà i capelli. E ti chinerai in avanti, in quella magia mai provata prima. E ti posso assicurare, perché ne sono più che certa, che qualcuno ti vedrà, ti guarderà, e penserà che sei davvero una persona bellissima. Perché lo sei. -Alessia Alpi Volevoimparareavolare on Tu”
— Scritta da me